I titolari dell’antico Caffè Gambrinus a Napoli sono stati sanzionati per 833 euro per aver impedito l’ingresso nella sala da thé di un cane, al guinzaglio e con museruola, che accompagnava una cliente non vedente, e ciò contravviene alla legge che disciplina il comportamento degli animali accompagnatori di disabili. Il verbale è stato stilato dalla Polizia Municipale. “Si è trattato di uno spiacevole equivoco” dice all’ANSA Michele Sergio, portavoce della storica famiglia che detiene il locale. “Mio zio non si è reso conto subito che si trovava di fronte ad una ipovedente, e quando lo ha capito ha invitato la signora a entrare ma ha rifiutato rivolgendosi ai vigili. I cani possono entrare in alcune sale e in altre no; siamo disponibili verso tutti, specie nei confronti dei disabili” aggiunge Michele Sergio che sottolinea anche come la famiglia sia attiva nel sostegno a iniziative contro la disabilità. “Valuteremo il ricorso, ma siamo pronti a incontrare la signora magari davanti ad un bel caffè”.
Accogliendo la buona fede del signor Sergio si deve purtroppo constatare che non è sempre facile per gli ipovedenti con cane-guida avere accesso libero ai tutti i luoghi. Questo non è purtroppo un caso isolato; in Italia sono ancora troppi i fatti di cronaca in cui il diritto del cane guida di entrare in luoghi pubblici o salire sui mezzi viene negato, limitando la mobilità delle persone cieche e ipovedenti. “Nonostante in Italia ci siano leggi ben specifiche, esse sono spesso disattese – afferma Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in occasione della 13ma Giornata Nazionale del Cane guida che si tiene oggi -. E’ infatti utile ricordare che se nel nostro Paese una compagnia di trasporti, il gestore di una struttura ricettiva o di una spiaggia, dicesse no al cane guida, oltre a negare l’accoglienza a un cliente e a essere passibile di multa – (L. n. 34/1974 – Reg. CE n. 1107/2006).- compirebbe un atto di vera e propria discriminazione. Non permettere l’ingresso alla guida a quattro zampe vuol dire lasciare fuori anche la persona che quell’animale accompagna.
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