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Un gattino rosso bersaglio dei cacciatori ma la caccia, appena iniziata, ha già causato tre morti e due feriti

24/09/2024

E’ da poco iniziata  la stagione venatoria, e purtroppo già si contano tre vittime tra i cacciatori e due persone ferite gravemente. A perdere la vita un cacciatore 55enne  in provincia di Reggio Calabria, ucciso probabilmente da un colpo partito accidentalmente dall’arma di un collega. Lo stesso giorno è stato ferito un 51enne in provincia di Chieti. Un proiettile, esploso – anche qui –LA CACCIA UCCIDE ANCHE GLI UMANI: 12 MORTI E 56 FERITI NELLA STAGIONE VENATORIA 2023-24. OIPA: «PROBLEMA DI SICUREZZA PUBBLICA, GOVERNO E PARLAMENTO INTERVENGANO» - OIPA Italia accidentalmente da un compagno di caccia, lo ha raggiunto alla gamba. L’uomo è stato ricoverato in ospedale e operato. Giovedì scorso, poi, è morto un cacciatore di 37 anni, a nei dintorni di Brescia: l’uomo è scivolato e un colpo partito dal suo fucile lo ha ucciso. Un cacciatore 73enne è stato ferito gravemente durante una battuta di caccia a Marcellina (Roma). L’uomo è stato intubato sul posto e portato con l’elisoccorso al Policlinico Gemelli. Infine l’altro ieri è morto un 47enne mentre stava cacciando il colombaccio nelle campagne di Cetona, in provincia di Siena. L’uomo è stato folgorato da una scossa elettrica che, partita da i fili dell’alta tensione, si è trasmessa lungo la pertica che sostiene i richiami vivi, cioè gli uccelli che attraggono altri volatili.
Tutti andati a caccia volontariamente e convinti di tornare a casa con un ricco carniere. Non Luba, un gatto domestico che usciva solo per brevi passeggiate è stato gravemente colpito da alcuni cacciatori domenica mattina, in provincia di Vicenza. Il gatto è sopravvissuto per miracolo. Dopo essersi nascosto per 36 ore a causa della paura, è tornato a casa con ferite già infette. La clinica veterinaria dove è stato portato in cura ha riscontrato ben 13 pallini conficcati nel suo corpo, che al momento non possono essere rimossi. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato denuncia.
“Difficile pensare che sia trattato di un errore – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – Luba non ha certamente l’aspetto di una lepre o di un fagiano. Ricordiamo anche che i cacciatori non possono sparare a meno di 150 metri dalle case e comunque non possono puntare il fucile in direzione delle abitazioni. Riteniamo si sia trattato di un gesto crudele e volontario. Per questo abbiamo attivato il nostro ufficio legale tramite l’avvocato Claudia Ricci e ci auguriamo che il lavoro delle forze dell’ordine porti al più presto risultati nelle indagini. Purtroppo, non sarebbe la prima volta che dei cacciatori puntano il loro fucile su animali domestici”.

 


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