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Uccisero 9 cuccioli, condannati in via definitiva 2 veterinari asl de L’Aquila. Ora radiazione dall’ordine

03/07/2014

Con la condanna definitiva a 2 mesi e 10 giorni di reclusione pronunciata dalla Corte Suprema di Cassazione, due veterinari Asl de L’Aquila sono stati riconosciuti colpevoli nei tre gradi di giudizio dell’uccisione di nove cuccioli di cane, adducendo l’incredibile scusa che non c’era posto in canile. Per loro era una pratica, peraltro abituale e consolidata, e vi è stato il contrario del ravvedimento dovuto attraverso dichiarazioni alla stampa.
Per questo i presidenti nazionali di Enpa, Carla Rocchi, LAV, Gianluca Felicetti, Lega nazionale per la difesa del cane, Piera Rosati e Oipa, Massimo Comparotto, preso atto del “silenzio assordante” dell’Ordine provinciale dei Medici Veterinari de L’Aquila a precedenti singole richieste, hanno scritto a tutti i consiglieri dell’Ordine e agli organi della Federazione nazionale degli Ordini Veterinari, chiedendo la radiazione dei due veterinari Asl che ancora oggi esercitano la professione come se nulla fosse accaduto.
“Sono colpevoli di abusi, hanno compromesso gravemente la reputazione e la dignità della classe sanitaria, hanno perso il requisito-base per esercitare la professione, violando anche il Codice Deontologico dei Veterinari”, scrivono i presidenti delle associazioni animaliste nazionali.
Anche le parlamentari Silvana Amati, Monica Cirinnà, Manuela Granaiola dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Sanità del Senato e Michela Vittoria Brambilla, hanno presentato interrogazioni al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiederle l’intervento a tutela delle normative e della professione veterinaria.


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