Sarebbe una sindrome colica la causa del decesso di un cavallo all’Endurance LifeStyle Sardegna, la gara di endurance disputata ad Arborea, nella provincia di Oristano il 31 agosto scorso. Il cavallo, morto nel corso della notte nella clinica chirurgica dell’università di Sassari, è Django De Vere (valore stimato 300mila euro), un maschio grigio di razza Purosangue arabo, arrivato persino con la scorta della polizia in un van super attrezzato, con tre veterinari e due artieri ippici al seguito. Il campione, iscritto alla gara CEI1*, competizione di 90 km. con il fantino Al Harbi Saeed Ahmad Jaber, aveva portato a termine la prova superando le diverse visite veterinarie. Poi il dramma imprevisto. Al termine della gara, poco prima di lasciare la scuderia dell’impianto, il purosangue ha iniziato a dare i primi sintomi di malessere gastrointestinale ed è stato subito ricoverato nell’ospedale veterinario dove è deceduto.
Le cause della sindrome colica possono essere varie, certo la condizione di stress e fatica non aiutano. Inizialmente si era pensato a un caso di doping, escluso categoricamente dalla clinica. La LAV,
per individuare l’eventuale somministrazione di sostanze dopanti o farmaci ha chiesto l’autopsia dell’animale rifiutata dal proprietatio e dalla magistratura.
“Il cavallo non ha scelto di fare sport ma è l’uomo che lo ha costretto a diventare un atleta. In questo semplicissimo concetto si nasconde l’amara realtà dello sfruttamento a cui vengono sottoposti i cavalli utilizzati nelle varie discipline equestri. – commenta Nadia Zurlo, responsabile LAV settore Equidi – I cavalli devono imparare, con addestramenti duri e coercitivi, ad eseguire esercizi e prove che per loro non hanno alcun senso, ma che sono invece fonte di forte stress psico-fisico che li logora lentamente e li espone a molti rischi”.
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