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Tempi duri per i parrocchetti: la Toscana approva un Piano di controllo anche senza metodi ecologici

11/07/2024

Se nei nostri cieli sono sempre meno le rondini, i rondoni e tutti gli uccelli autoctoni in molti parchi urbani e città stanno imperversando fronteggiando i pappagalli: i parrocchetti monaci (Myiopsitta monachus) e dal collare (Psitaccula krameri). QuestePsittacula krameri - Monaco Nature Encyclopedia variopinte bestiole originarie del Sudafrica, con il loro aspetto innocuo sono allegri animali da compagnia anche nelle nostre case, ma le fughe e gli abbandoni, li hanno trasformati in una vera minaccia per l’agricoltura.
L’aumento incontrollato delle loro comunità sono divenute una minaccia che mette a repentaglio coltivazioni e incolumità dei cittadini europei. Il problema è concentrato soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale dove il clima è più caldo, come l’Italia. Avevamo già parlato della vera invasione dei parrocchetti in Puglia dove avevano fatto man bassa di frutti dolci, come albicocche e ciliegie ma anche di mandorle, fave e piselli. Per di più, gli stormi di questi pappagallini dal petto grigio, impavidi  hanno attaccato diverse piazzole diLa nuova minaccia alle colture? Pappagalli e minilepri - Zootecnia - AgroNotizie sosta adibite alla raccolta delle olive.
Ora però questi uccelli variopinti rischiano di lasciarci le penne perchè la Toscana, per prima, ha approvato una delibera che sancisce la validità del Piano di controllo per le annate 2024 – 2028, autorizzando interventi da parte della Polizia provinciale, che potrà, se necessario, delegare allo scopo le Guardie Giurate venatorie.
Il controllo della specie sarà autorizzato durante tutto l’anno, qualora vengano rilevati danni alle colture agricole o alle attività zootecniche, anche senza l’impiego di metodi ecologici. La decisione di implementare un piano di controllo è stata supportata dal parere favorevole dell’ISPRA, espresso nella nota del 29 maggio 2024.
Quando una specie aliena è così diffusa, eradicarla è pressoché impossibile. In ogni modo, ha spiegato Genovesi, responsabile del servizio coordinamento fauna selvatica dell’Ispra e uno dei massimi esperti di specie aliene “tutti vorremmo evitare di sopprimere animali e allora l’unica strada è quella della comunicazione. Progetti europei come il Life Asap hanno anche questo scopo. Intanto cerchiamo di non aggiungere danno al danno. I cittadini devono sapere che gli animali da compagnia non vanno mai liberati in natura, perché possono creare grossi problemi ad altre specie”.

 

 


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