Sessantuno pecore sono state investite uccise da un treno regionale sulla tratta tra Aviano e Budoia, lungo la linea Sacile-Gemona. Il convoglio coinvolto nell’incidente si è trovato davanti al gregge composto da circa 70 pecore in una curva. Nessuno dei dieci passeggeri a bordo ha riportato ferite.
Secondo quanto riportato dalla LAV Pordenone, che è intervenuta per soccorrere gli animali, le pecore si trovavano libere a pascolare lungo i binari. Alcuni animali sono stati recuperati ancora vivi, ma in condizioni gravissime e con fratture molto serie, tanto che in alcuni casi è stato necessario l’abbattimento.
Alessandra Marchi, coordinatore del Movimento animalista per il Friuli-Venezia Giulia, sconcertata per l’accaduto e come sono stati gestiti gli animali, pone almeno tre interrogativi. Il primo sulla responsabilità di chi lascia incustoditi gli animali nei pressi dei binari con evidenti rischi per la sicurezza. Il secondo sulla tempistica dei soccorsi: per due-tre ore le pecore sono rimaste agonizzanti, in preda ad orribili sofferenze per gravi ferite e fratture multiple. Il terzo sul metodo seguito per procedere all’abbattimento degli animali, con la pistola a proiettile captivo per lo stordimento e lo sgozzamento per uccidere. Tutto legale, per carità. Ma ci risulta che molti animali sgozzati erano ancora vigili, come purtroppo può accadere. Il metodo adottato non garantisce che gli animali non soffrano”.
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