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Sequestrati nel veronese sette cani da caccia, incatenati sotto le intemperie, costretti a vivere tra i loro escrementi

08/11/2012

A Verona, il nucleo di guardie zoofile dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), in una operazione congiunta con i Carabinieri di Parona, ha trovato in un fondo privato sette cani da caccia tenuti in condizioni vergognose oltre che illegali. I poveri cani, quando non erano usati per le battute di caccia, erano tenuti all’aperto, senza alcun riparo dal sole o dalla pioggia, legati a catene fisse e costretti a camminare e accucciarsi sui loro stessi escrementi. Alcuni animali erano imprigionati in stabulari angusti e costruiti con mezzi di fortuna, costretti a bere acqua putrida.
I controlli delle guardie zoofile dell’Oipa hanno anche rilevato la mancanza dei documenti sanitari attestanti la buona salute degli animali, oltre che l’autorizzazione necessaria a detenere più di cinque cani in luoghi privati. Costatate le condizioni di totale illegalità, è stato quindi disposto il sequestro degli animali, subito affidati al canile convenzionato con il Comune di Verona, e delle strutture, oltre a denunciare il proprietario per il reato di «detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze» (articolo 727 del Codice Penale). Tali condizioni sono state accertate anche dal veterinario nominato ausiliario di Polizia Giudiziaria, presente sul posto insieme alle Guardie e ai Carabinieri.
«I controlli che effettuiamo sia su segnalazione sia come vigilanza sono volti a reprimere questo tipo di reati, ma anche a far comprendere che chi detiene animali per qualunque scopo, sia d’affezione o per allevamento, deve accudirli in maniera adeguata e secondo quanto prescrive la legge – ha sottolineato Massimiliano D’Errico, coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Verona – e fondamentale è la collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, che dimostrano sempre grande sensibilità verso i più deboli, sia umani che animali».


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