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Sequestrati 500 uccelli morti nelle reti dei bracconieri in Sardagna. Cinque indagati

01/12/2014

Oltre 500 uccelli morti sequestrati, cinque bracconieri filmati mentre piazzavano trappole e denunciati, altri due segnalati per violazione al foglio di via, rimossi circa 2.000 lacci in nylon o crine di cavallo e decine di lacci metallici per la cattura di cinghiali o altri animali. E’ il bilancio della prima fase dell’attivita’ di controllo eseguita dal Cabs nel Sud Sardegna per contrastare bracconaggio e uccellagione.
Trenta volontari – al lavoro anche gli uomini della Lav di Cagliari – hanno passato al setaccio i boschi del Basso Sulcis, nelle province di Cagliari e Carbonia Iglesias. Sono stati individuati cinque di questi sentieri, sui quali sono state collocate telecamere nascoste: in localita’ Serro Troncuneddu,
nel comune di Assemini; Camp’e Luas nel comune di Uta; Miniera di San Leone e Poggio dei Pini nel comune di Capoterra.
I cinque uccellatori sono stati immortalati mentre piazzavano trappole e bocconi mortali al topicida e sono stati denunciati ai carabinieri. “I recenti interventi – ha evidenziato Giovanni Malara, responsabile del Cabs – confermano come il Sud Sardegna sia ancora una zona insicura per gli uccelli migratori e svernanti, in quanto non e’ stata ancora spezzata la rete di protezione di cui, a livello locale, godono gli uccellatori.
Rileviamo con soddisfazione, pero’, come grazie all’impegno che abbiamo profuso negli ultimi anni la situazione sia in graduale miglioramento”.


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