Il portale dedicato
al mondo degli animali
Online
dal 2010

Patrocinato 
dall’Ente 
Nazionale 

Protezione 
Animali 

Con il patrocinio di ENPA

Mondo animale

Runner attaccato da un orso in Trentino. La convivenza con gli orsi è possibile come nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

07/04/2023

Numerose le reazioni alla notizia della morte del giovane runner  26 enne a Caldes, trovato senza vita con segni di aggressione da animale sul corpo. Convinzioni a priori e senza nessuna base scientifica hanno già identificato il colpevole nell’orso MJ5, un maschio di 18 anni che avrebbe aggredito e ferito (senza prove certe) un giovane a passeggio in montagna con il cane.
Per quest’orso “aggressivo”,  la Provincia di Trento nella persona diMaurizio Fugatti ha ordinato la cattura e l’abbattimento che però, per il momento, non è ancora avvenuto. rima di prendere decisioni dettate dal furore distruttivo sarebbe bene sentire chi di orsi se ne intende.
Interessanti le dichiarazioni di chi gli orsi li conosce e li studia su basi scientifiche come emerge da una dichirazione rilasciata all’Adnkronos da Luciano Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm)-
“Le norme di tutela dell’orso sono uguali per tutte le regioni, dato che, a salvaguardia di questa specie, ”particolarmente protetta”, c’è la legge 157 del ’92 e c’è una direttiva europea. La differenza tra Trentino e Abruzzo? Sulle Alpi c’è l’orsoOrso Marsicano, un brand da 9 mln di euro, al via il marchio "Bear  Friendly" per 20 produttori bruno europeo; in Abruzzo c’è l’orso bruno marsicano, che è una sottospecie. E questa sottospecie, come dimostra uno studio da noi commissionato all’Università degli Studi di Ferrara, è meno aggressiva. Lo dice la genomica. Benintesi, non esistono orsi buoni e orsi cattivi, esistono orsi molto aggressivi e altri meno aggressivi. Ad esempio, io posso essere molto cattivo ma non aggressivo. Fermo restando che gli animali aggrediscono solo per difesa o se si sentono alle strette”. Lo spiega Sammarone all’Adnkronos. ”In Trentino – aggiunge – il livello di antropizzazione è maggiore che nella nostra regione dove la fauna selvatica gode di ampi e selvaggi habitat, anche protetti dai vari Parchi. C’è, poi, da tenere presente che, sull’Appennino Centrale, questi animali ci sono sempre stati. Non sono mai stati cacciati e fatti estinguere come accaduto altrove in Italia. Fanno parte, quindi, da centinaia di anni, della nostra cultura; di una tradizione, anche agro-pastorale, che si tramanda da secoli. Qui, con gli orsi abbiamo, dunque, sempre convissuto, e, in generale, non esiste un sentimento di repulsione verso di essi. In Trentino, invece, gli orsi sono tornati nel 1999, quando tramite il progetto Life Ursus è stato ricostituito il nucleo nelle Alpi Centrali, tramite il rilascio di individui portati dalla Slovenia. Il rapporto con essi è dunque più recente, nuovo, diverso”. ”La natura – conclude Sammarone – ha tempi diversi dai nostri, abituati a ragionare alla velocità di mail e whatsapp. Per ritrovare un equilibrio, necessario, con essa, dobbiamo iniziare a ragionare e a comprendere i suoi tempi”.


Categorie: Cura e gestione, Mondo animale