Sono 67 i daini ‘condannati a morte’ nella pineta di Classe, in provincia di Ravenna. “Da ieri è iniziato l’abattimento degli animali da parte di una squadra di cacciatori”, denuncia Maurizio Giulianelli, vice presidente dell’associazione vittime della caccia. “Sono state addirittura realizzate strutture palificate che permettono di vedere il passaggio dei daini, individuarli e sparare utilizzando fucili a lunga gittata che, trattandosi di un parco pubblico – spiega Giulianelli all’Adnkronos – crea un pericolo anche per i cittadini che si trovano a frequentare il parco”.
Secondo la provincia di Ravenna i daini si sarebbero riprodotti in numero così elevato da renderne necessario l’abbattimento: “Sarebbero diventati un pericolo per la popolazione, per i campi coltivati – prosegue il vice presidente dell’associazione – Invece non è così. Non creano nessun pericolo e nessun alterazione dell’ambiente, nè è vero che sono in eccesso”. La distorsione a monte è prodotta dall’uomo, secondo il vice presidente dell’Associazione Vittime della Caccia, e quel che è peggio che “a fronte di un falso problema si è voluta adottare subito la soluzione più cruenta, quella dell’abbattimento, senza valutare altri sistemi che invece dovrebbero essere prioritari. Insomma, la scelta ha voluto accontentare la lobby venatoria”.
“L’aspetto peggiore – continua – è che nessuno considera il fatto che riducendo il numero dei daini si svilupperà una modalità riproduttiva fisiologica secondo la quale i daini si riprodurranno in rapporto della disponibilità del territorio, e quindi torneranno ad essere quelli che sono legittimando ancora una volta gli abbattimenti da parte dei cacciatori”.
Per i 67 ‘bambi’ c’era “la disponibilità sia di privati sia di parchi che disponibili alla “adozione” ma “si è preferito bypassare tutte le possibilità volendo invece fare un regalo ai sanguinari cacciatori.
Non si è voluto salvare la vita a quei daini”, rimarca Giulianelli. Intanto, “stiamo predisponendo il ricorso al Tar dell’Emilia Romagna per contestare la delibera della provincia di Ravenna e valutando se esistono elementi di carattere penale. ((AdnKronos)
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