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Rapporto Eurispes: crisi economica e coscienza dell’impegno richiesto fanno diminuire gli animali nelle case degli italiani

30/01/2015

Con la crisi si rinuncia a far spazio in casa per un animale. Calano, infatti, al 33% – secondo il Rapporto 2015 dell’Eurispes – gli italiani che hanno fatto posto a uno o più animali domestici rispetto al 41,7% del 2012 e al 39,4% del 2014. Insomma, non si rimpiazzano animali che muoiono e se ne adottano meno. La maggior parte dei proprietari (81,9%) non spende più di 50 euro al mese per la cura del proprio “compagno di vita”: quasi la metà, il 45,9%, spende meno di 30 euro. Per la cura del proprio pet, solo il 13,7% sostiene una spesa fra 51 e 100 euro e via via si assottiglia la percentuale di coloro che sborsano più soldi. Nelle case degli italiani prevalgono cani (63,1%) e gatti (41%) e, a distanza, con uno scarto sotto la soglia dei dieci punti percentuali, seguono pesci e tartarughe (7,3%), uccelli (6,7%) e conigli (2,9%). Fra le spese per gli animali domestici c’è innanzitutto l’alimentazione e, stando ai dati raccolti dall’Eurispes, per il 96,2% del campione degli intervistati non occorre spendere più di 100 euro al mese: il 47,4% sborsa meno di 30 euro, probabilmente ricorrendo a cibi e pietanze preparati a casa, il 34,8% da 30 a 50 euro e il 14% da 51 a 100 euro. Per le cure veterinarie e i medicinali il 70,3% di chi ha un animale riesce a spendere, nell’arco di un anno, meno di 100 euro, seguito dal 19,5% di chi paga una cifra compresa tra 101 e 200 euro. Solo una minoranza sborsa di più: il 6,7% dai 200 ai 300 euro e il 3,5% va oltre.
Oltre ai problemi economici a determinare una diminuzione della presenza di animali nelle famiglie italiane potrebbero aver influito il moltiplicarsi degli impegni quotidiani troppo gravosi per permettersi il lusso di accudire un animale domestico. Potrebbero avere avuto effetto anche le tante campagne che sensibilizzano l’opinione pubblica a prendere in seria considerazione i bisogni degli animali prima di decidere se adottarne o meno uno.
La diminuzione del numero di quanti nell’indagine di quest’anno dichiarano di avere in casa un animale non è tale da indicare una drastica inversione di tendenza. Per capire effettivamente se si sia innescato un trend discendente nel rapporto tra italiani e animali d’affezione, occorrerà osservare l’andamento dei risultati della prossima rilevazione. (nelcuore.org)


Categorie: Curiosità