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“Rapporto animali in citta 2014'', indagine di Legambiente: lotta al randagismo, maggiore coordinamento tra opetarori del settore per città a dimensione degli animali

24/02/2014

Un Paese pigro e poco attento alla tutela e alla gestione degli animali. “Le migliori citta’ raggiungono oggi a malapena la sufficienza (60 punti su 100) in un settore che, invece, dovrebbe ottenere punteggi ben piu’ alti considerata la grande presenza di amici a quattro zampe in citta’”. Lo rileva la terza edizione ‘Rapporto animali in citta”, l’indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attivita’ dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali, realizzata attraverso un questionario inviato a 104 amministrazioni comunali ed a cui hanno risposto 81 Comuni.
Il quadro che viene fuori e’ quello di un Paese che, seppur ama gli animali, e’ ancora molto indietro nell’effettiva tutela e nei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali d’affezione.
“Se l’86% delle amministrazioni dichiara di avere un assessorato e/o un ufficio comunale dedicato ad affrontare le problematiche animali, scende al 72% il numero delle amministrazioni che ha semplicemente chiesto alle Asl quale fosse il numero dei cani iscritti all’anagrafe canina- aggiunge Legambiente- ad eccezione di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia dove i Comuni tengono l’anagrafe canina, strumento indispensabile per fronteggiare il randagismo in Italia”.
Per quanto riguarda i servizi “mancano sufficienti spazi aperti dove portare quotidianamente a spasso i propri amici a quattro zampe: in media- sottolinea Legambiente- nei Comuni italiani e’ presente uno spazio dedicato ogni 28.837 cittadini”. Ed ancora “il 47% dei Comuni ha dichiarato di aver adottato regolamenti per l’accesso degli amici a quattro zampe in uffici e/o locali aperti al pubblico, mentre solo il 34% dei Comuni costieri che ha risposto al questionario ha adottato un regolamento per l’accesso al mare o al lago”, prosegue Legambiente.
Dati ancor piu’ negativi arrivano anche quest’anno dalla conoscenza della biodiversita’ animale in citta’, come rileva l’indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attivita’ dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali. “Solo il 26% dei Comuni realizza una mappatura delle specie animali presenti sul territorio”.
Nella Penisola, poi, le citta’ che nel complesso si impegnano maggiormente per gli animali d’affezione “sono le citta’ medie che, nella classifica finale dell’indagine di Legambiente, superano la sufficienza come Prato, prima in graduatoria (79,36), seguita da Bolzano (74,34) e Modena (71,42). Le grandi e le piccole citta’, invece, arrancano. Padova, seppur prima tra le grandi citta’, ha un punteggio appena al di sotto della sufficienza (59,97) seguita da Firenze (50,81) e Verona (47,99).
Tra le piccole citta’ il gradino piu’ alto lo conquista Pordenone che supera di poco la sufficienza (63,5), seconda e terza posizione in classifica per Chieti (59,1) e Biella (57,51)”.
Il quadro che emerge dal ‘Rapporto animali in citta” “mostra tutta l’urgenza, anche economica, di un totale cambio di strategia tra i diversi attori responsabili: amministrazioni comunali, Regioni e governo- dichiara Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale- una citta’
pet-friendly non e’ un sogno impossibile da realizzare, ma e’ fondamentale che le istituzioni diano assoluta priorita’ ad anagrafe e sterilizzazione mettendo in campo soluzioni innovative ed economicamente vantaggiose per cittadini”.


Categorie: Curiosità