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Prima usata come attrazione per i turisti a Natale, ora ritenuta razza pericolosa renna aspetta il verdetto dei giudici

12/11/2018

C’è una renna al centro di un caso giudiziario di cui nei prossimi mesi dovrà occuparsi la Corte d’appello di Torino. Ai magistrati del capoluogo piemontese, per ordine della Cassazione, passerà il fascicolo relativo a Masha, un esemplare di renna custodito dal titolare di un «animal park» a Monteu Roero (Cuneo). Per legge, infatti, è considerata «pericolosa» anche se fino a due anni fa era impiegata come animatrice di villaggi natalizi e, a detta dell’imprenditore, era mite, mansueta e non aveva mai dato problemi a nessuno.
Masha stava “lavorando” in una località dell’Albese quando, nel dicembre nel 2016, un incendio la fece fuggire. Fu ritrovata una quarantina di giorni dopo dalle guardie forestali. Lei si salvò ma il suo “custode” di Monteu Roero finì sotto processo. In base a una lettura attenta dell’allegato A di una legge del 1996, infatti la renna – appartenente alla famiglia Cervidae – è considerata «pericolosa» e, quindi, per custodirla era indispensabile una autorizzazione specifica della Regione. In tribunale ad Asti il 4 dicembre 2017 l’imprenditore venne assolto «perché il fatto non costituisce reato». Il pubblico ministero, però, fece ricorso e ottenne ragione.
Il carattere di Masha, infatti, non ha importanza. È una renna e, in quanto tale, soggetta alla normativa del ’96 «a prescindere da qualsiasi valutazione sulla concreta nocivita’». Lo dimostra – spiega la Cassazione – un pronuncia del 2005 in materia di canguri.
Alla Corte d’appello, ora, il compito di accertare se l’imprenditore ha violato una legge sul commercio e la detenzione di animali.


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