La landa di Malles Venosta, fra Glorenza e San Valentino alla Muta (BZ), 400 ettari di prati che d’estate forniscono un foraggio di eccellente qualità, dopo essere entrata nel Patrimonio Unesco per il riconoscimento di un metodo di irrigazione tradizionale con un sistema di rogge, una tecnica antica e ancora preziosa, torna a mostrare il lato migliore di questa terra e del suo rispetto per gli animali, ben lontano dei recenti episodi di intolleranza verso gli orsi. Un premio a chi ha saputo preservare un habitat coltivato in parte in maniera ancora poco intensiva, fondamentale per gli uccelli che nidificano a terra, come dimostrano anche studi scientifici di portata internazionale. Riceveranno maggiore tutela allodole e stiaccini (Saxicola rubetra) ma anche le poche residue quaglie e i re di quaglie (Crex crex) che continuano a nidificare in queste zone.
Le misure di tutela introdotte riguardano uno sfalcio non troppo anticipato – ossia fra fine giugno e inizio luglio a seconda dell’altitudine – in modo da proteggere le covate di questi uccelli. Al fine di tutelare però d’altro canto anche la produzione di foraggio, la Giunta provinciale ha stabilito incentivi economici per gli agricoltori proprietari di coltivazioni – come quella a prato – che tutelano gli uccelli che nidificano a terra.
“La biodiversità è una preoccupazione che è e deve essere nell’interesse dell’agricoltura. Pertanto, i sussidi erogati a questo scopo sono un buon investimento per il futuro degli agricoltori, ma anche dell’intera popolazione”, ha affermato Luis Walcher, assessore all’Agricoltura e alle Foreste.
La falciatura tardiva e la concimazione moderata dovrebbero garantire che le popolazioni di uccelli che nidificano nei prati rimaste sulla Muta di Malles non diminuiscano, e idealmente, con un alto contributo da parte degli agricoltori, addirittura aumentino. La Muta di Malles è l’ultima grande area per uccelli che nidificano nei prati rimasta in Alto Adige.
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