Era il 31 agosto dello scorso anni quando l’orsa Amarena, tranquillamente a passeggio con i suoi cuccioli veniva raggiunta da un colpo di carabina alla spalla che le perforò un polmone causandone la morte e metteva a rischio la sopravvivenza dei suoi cuccioli ancora bisognosi delle sue cure. Ora alla chiusura delle indagini sulla morte dell’orsa e la contestazione, al 57 enne di San Benedetto responsabile dei reati di uccisione di animale aggravata dalla crudeltà e di spari pericolosi le associazioni animaliste nazionali si sono impegnate a costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario contro l’uomo autore di un gesto tanto immotivato e crudele- Tra queste l’ENPA che ha dichiarato:. «L’uccisione di Amarena non è soltanto un crimine contro la vita di un altro essere senziente, il quale peraltro non rappresentava un pericolo nessuno, ma costituisce anche un danno irreparabile per la conservazione di una specie a rischio e quindi per la biodiversità tutta», spiega l’associazione animalista. Di orsi marsicani ne restano appena 50 esemplari; la morte anche di uno solo di essi, soprattutto se imputabile a un gesto criminale che non può avere alcuna logica e motivazione, potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Tanto più che – osserva Enpa – amarena era una femmina in età riproduttiva ed era preziosissima anche per il contributo futuro che avrebbe potuto dare alla conservazione della sua specie. Tuttavia c’è anche un altro aspetto da considerare: uccidendo la mamma, il suo carnefice, ha messo in gravissimo pericolo la sopravvivenza dei due cuccioli, ancora molto piccoli e, dunque, pienamente dipendenti dalla loro mamma. Fortunatamente questo non è accaduto e i figli di Amarena sono riusciti a cavarsela da soli ma sempre responsabilmente seguiti dalle autorità del PNALM.
“Al Ministero dell’Ambiente chiediamo un gesto di coraggio, un atto di civiltà, affinché chiunque distrugga il nostro patrimonio di vita selvatica sappia di non poter contare sull’impunità. – prosegue l’ENPA – La morte di mamma orsa infatti non è stato un fatto né casuale né episodico; è stata, invece, la conseguenza di una campagna di terrore scatenata da certe associazioni di categoria e da certi politico-istituzionali contro gli orsi e la fauna selvatica tutta. «Ad armare la mano dell’uccisore di Amarena – conclude Enpa – è stato anche il clima di paura creato da alcuni irresponsabili. Auspichiamo che, per evitare il ripetersi di tali gesti criminali, il responsabile sia punito con una pena esemplare».
Categorie: Mondo animale, News dal Mondo
Tar respinge il “decreto ammazza lupi” della Provincia di Bolzano: “Nessun motivo per ucciderli”
Giuggiolo, quattro giorni nel bosco e un ritorno a casa grazie a un’incredibile rete di soccorso
Pet&Dintorni è patrocinato dall’ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, che sostiene il progetto e l’attività di Pet&Dintorni per la validità dei suoi servizi di interesse ed utilità sociale.
www.enpa.it