L’Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI) aveva salutato con entusiasmo la salita al trono pontificio di un Papa che aveva scelto di chiamarsi Francesco, con un chiaro richiamo a San Francesco che ha saputo essere vicino agli uomini e agli animali in un amore per il creato in tutta la sua unità. L’ANMVI aveva augurato un luminoso cammino per il pontificato che andava ad iniziare.
Purtroppo, troppo spesso, il “luminoso cammino” va in cortocircuito quando si parla di animali tanto cari al Poverello d’Assisi.
Lo scorso sabato, Papa Francesco, ricevendo i membri della Federazione Italiana Medici Pediatrici (Fimp) ha ricordato come l’Italia stia vivendo un significato calo delle nascite a fronte di una crescente presenza degli animali da compagnia nelle case.
“L‘Italia purtroppo è un Paese che invecchia: speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori”. Così “Forse questo non dovrei dirlo – ha poi aggiunto a braccio il Pontefice -, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale”.
Il concetto ha negativamente colpito la Federazione Medici Veterinari che hanno replicato tramite una dichiarazione all’Adnkronos: ”La società è cambiata, anche le esigenze, e cani e gatti oggi sono diventati ormai indispensabili. Specie nelle grandi città, dove regna l’anonimato, sono un antidoto alla solitudine. – osserva all’Adnkronos Zaccaria Di Taranto, a capo della Federazione Medici veterinari e vice segretario del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica – per noi è tutt’altro che un brutto segnale”.
Per i veterinari i pets hanno un valore emozionale positivo e migliorano il compotamentismo fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo: ”Ormai in ogni famiglia, principalmente per le persone anziane, c’è un cane. E poi le esigenze sono notevolmente cambiate rispetto a tanti anni fa. C’è anche più cura nei confronti degli animali domestici. Ed e vero, il nostro lavoro e’ cresciuto in modo esponenziale”. Prosegue Di Taranto: ”Le persone sono sempre più sole, l’animale da compagnia diventa indispensabile. Un discorso che vale soprattutto in riferimento alle grandi città: nei condomini, dove quasi non ci si saluta, non ci si conosce, c’è molto anonimato e a volte una riservatezza esagerata rispetto a come eravamo abituati tanti anni fa”.
Nell’ odierna società, l’integrazione degli animali da compagnia nelle famiglie si è intensificata. Le interazioni tra uomo e cane si sono modificate. I pets oggi ricoprono un ruolo di compagni di vita e membri della famiglia. Un processo di cambiamento nella nostra percezione degli animali d’affezione, così che oggi sono considerati meno come proprietà, e più come individui a pieno titolo e anche come membri della nostra famiglia allargata senza estromettere la prole se desiderata.
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