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Papa Francesco continua il pensiero del Paradiso aperto agli animali proprio di Paolo VI e Giovanni Paolo II

26/11/2014

“La Sacra Scrittura ci insegna che il compimento di questo disegno meraviglioso non può non interessare anche tutto ciò che ci circonda e che è uscito dal pensiero e dal cuore di Dio”. Lo ha detto Papa Francesco nella catechesi all’Udienza Generale di oggi, dedicata alla vita oltre la morte. In proposito il Pontefice ha citato l’apostolo Paolo che, ha detto, “lo afferma in modo esplicito, quando dice che ‘anche la stessa creazione, tutto il Creato, sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio'”.  Un dilemma su cui si sono pronunciati anche i precedenti Pontefici.
“Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternita’ di Cristo”, rispose Paolo VI ad un bambino che piangeva per la morte del suo cane. E quale fosse il suo pensiero lo confermo’ poi in una catechesi: “Gli animali sono la parte piu’ piccola della Creazione Divina, ma noi un giorno li rivedremo nel Mistero di Cristo”. Anche Giovanni Paolo II, il 10 gennaio 1990, si pose sulla stessa linea affermando: “Non solo l’uomo ma anche gli animali hanno un soffio divino”.Sulla questione t
uttavia Benedetto XVI ribadi’ la posizione tradizionale della Chiesa, per la quale “mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternita’, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che e’ nei cieli non ci tende la sua mano”.
Un giudizio senza appello da un Papa grande amante degli animali, in particolare i gatti.


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