E’ stato aperto in procura un fascicolo di indagine per ogni edizione del Palio di Asti, a partire da quella del 2014 e i cinque anni a seguire, su presunti casi di cavalli dopati. La conferma arriva dagli ambienti giudiziari cittadini. Alcuni procedimenti si sono gia’ chiusi senza conseguenze, per altri gli accertamenti sono ancora in corso. Si procede per maltrattamento di animali.
Nel 2014 vennero fatte delle analisi sui cavalli prima della corsa. Campioni di crine e urine furono inviate a uno specialista in servizio nel presidio sanitario San Luigi di Orbassano (Torino). Poi sangue e siero furono passati ai laboratori veterinari dell’Istituto zooprofilattico astigiano. Erano stati controllati una quarantina di cavalli, non solo quelli in gara. Sedici erano risultati dopati da medicinali cortisonici e antinfiammatori. Da allora, anche se e’ cambiato il regolamento della manifestazione, per ogni edizione successiva la procura ha sottoposto gli animali a severi controlli e test antidoping.
Gli accertamenti della pg dell’Asl e dei carabinieri sono stati coordinati dal pm Laura Deodato. Oggi in tribunale e’ ripreso il processo (a carico di 21 persone) per l’edizione del 2014. Il pm ha chiesto al giudice di accogliere un nuovo elemento di valutazione sugli accertamenti clinici, effettuati cinque anni fa dai veterinari. La causa e’ stata aggiornata al 12 settembre per consentire l’acquisizione del nuovo materiale e la convocazione di due testi. Gli avvocati della difesa si sono detti contrari.
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