Si tengono da oggi 25 al 27 febbraio a Roma, presso la FAO, le sessioni supplementari della COP16 sulla Convenzione della biodiversità (CBD) sul tema “Pace con la natura”, per arrestare il drammatico declino di ecosistemi e specie a causa della cementificazione, dell’inquinamento, delle attività antropiche comprese quelle a puro scopo “ludico” come la caccia, ma anche delle ecomafie e del bracconaggio.“Chiediamo un impegno concreto per raggiungere i 23 obiettivi fondamentali per arrestare la perdita di biodiversità, ma
per poterlo fare occorrono impegni veramente concreti e non slogan. Non solo la nostra stessa esistenza, ma anche l’economia è strettamente legata alla natura: è ormai noto che oltre la metà del Pil mondiale dipende proprio dall’esistenza di ecosistemi, ma alcuni Governi tendono a declassare la tutela della biodiversità come una deriva ambientalista. Un errore enorme, dettato evidentemente da interessi di parte e non certo da una visione scientifica e razionale.”
Enpa punta il dito sul Governo italiano che ha più volte scelto di schierarsi contro la natura e la vita selvatica: ne sono esempio le norme sulla caccia selvaggia e filo-venatorie – che stravolgono al legge nazionale 157 del 1992 sulla tutela della fauna – e che indirettamente favoriscono anche il bracconaggio, nonché le continue violazioni delle direttive europee Habitat e Uccelli che hanno causato una recente procedura d’infrazione. Bruxelles contesta all’Italia, ad esempio, il via libera all’utilizzo di munizioni di piombo nelle zone umide, che avvelenano animali e ambiente e sono pericolose per la salute.
“Occorre intervenire in maniera seria e responsabile per arrestare la perdita di biodiversità. Come testimonial di quest’anno, non a caso, Enpa ha scelto le api, in rappresentanza di tutti gli insetti impollinatori, necessari alla vita di tantissimi altri animali e piante.
È ormai quasi banale dire che senza gli insetti impollinatori si rischierebbe una grave perdita per la biodiversità, ma con l’agricoltura intensiva, i pesticidi e l’uccisione diretta, stiamo silenziosamente sterminando le api tra l’inerzia dei governi, evidentemente interessati a politiche di sfruttamento e distruzione vicine alle grandi lobby economiche, con tristi conseguenze per tutti e per la vita stessa sul pianeta.
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