Siamo in piena caccia all’orso Mj5. Come riferito da fonti di stampa, la Provincia ha sguinzagliato sul territorio il Corpo Forestale trentino, armando di tutto punto i suoi uomini (equipaggiati addirittura con visori notturni), con l’evidente obiettivo di muovere guerra contro un temibilissimo e pericolosissimo nemico: un animale, che fino a qualche giorno fa, e per lunghi anni, si è giustamente tenuto a debita distanza dall’uomo. Quella messa in campo dalla Provincia dunque è un’operazione scellerata, non soltanto perché presenta un alto fattore di rischio per la sopravvivenza dell’orso, peraltro molto anziano – dal 2008 ben quattro esemplari sono morti a causa degli interventi di sedazione – ma anche perché il piano di ricerca predisposto dalle autorità trentine equivale in sostanza a “sparare nel mucchio”.
Mj5, infatti, non è munito né di radiocollare né di marchio auricolare. Pertanto, esso non può essere identificato a vista e non può essere neanche distinto da altri esemplari di orso. Quindi, per poter trovare Mj5, i forestali trentini devono sedare tutti i plantigradi (naturalmente privi di dispositivi di riconoscimento) individuati sul territorio, applicare loro il radiocollare, prelevare il DNA e farlo esaminare da un centro specializzato. La condanna a morte – che Enpa ritiene assurda e inconcepibile – scatterebbe solo nel momento in cui il Dna corrispondesse effettivamente con quello di Mj5. Date le circostanze, appare superfluo ricordare che per rintracciare il “fuggitivo” potrebbe essere necessario sedare e catturare molti altri plantigradi, e questo aumenterebbe in modo esponenziale il rischio di “incidenti” mortali. «Ovviamente, come la stragrande maggioranza degli italiani, non intendiamo rassegnarci alla sentenza di morte contro il povero Mj5 che – – spiega Enpa – data la sua origine, figlio della coppia originaria proveniente vent’anni fa dalla Slovenia, è portatore di un patrimonio genetico preziosissimo. Anche in queste ore il nostro ufficio legale sta lavorando assiduamente per salvarlo».
Ma l’ufficio legale dell’associazione animalista è impegnato anche su un altro fronte. «Di fronte al rischio che Mj5 o un altro animale muoiano a causa della sedazione – prosegue Enpa – facciamo sapere fin da ora che denunceremo per uccisione di animali, ex articolo 544 bis del Codice Penale, tutti coloro i quali fossero responsabili ad ogni livello di tale morte. Quindi non soltanto gli esecutori materiali, ma anche quei decisori istituzionali che hanno dato luce verde alle operazioni di sedazione e cattura». /ENPA)
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