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Orso M49, Enpa alla Provincia di Trento: “Chiediamo accesso al Casteller per valutare le condizioni dell’orso. Bene Costa ma servono rigidi controlli su sistemi di prevenzione

05/05/2020

L’Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato una richiesta urgente alla Provincia di Trento per consentire l’accesso al Casteller a comportamentisti ed etologi di fiducia, i quali possano verificare le condizioni di M49 e DJ3  reclusi nella struttura.  “Chiariamo subito che per noi gli unici orsi che stanno bene sono quelli liberi, e faremo il possibile, ad ogni livello, per lavorare tenendo ben presente questo obiettivo, poiché la strada da seguire non è certo quella delle catture e delle reclusioni – tantomeno delle uccisioni – ma quella della convivenza: obiettivo possibile, se si rispettano tutte le misure di prevenzione previste da norme nazionali e internazionali. Dal momento che i plantigradi sono specie particolarmente protette, considerati dalla legge nazionale 157 del 1992 come beni indisponibile dello Stato – e non proprietà del Trentino – crediamo di avere il diritto di poter verificare con esperti etologi che siano rispettate da subito le esigenze degli orsi, a partire dagli elementari arricchimenti ambientali”.
L’Enpa ha apprezzato l’intervento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che sta cercando di assicurare agli orsi catturati un futuro diverso, in parchi e riserve che abbiano le carte in regola per far vivere i plantigradi in libertà. Tuttavia, non basta: occorre promuovere un piano serio e che veda il coinvolgimento degli scienziati più che dei politici. Qualcosa però si può subito fare.
“Chiediamo subito un piano accurato di verifica dei metodi di prevenzione nonché di protezione degli animali da allevamento, affinché siano realmente applicati. Per far questo, occorre che le verifiche siano costanti, continue e puntuali e non solo occasionali, magari eseguite solo dopo l’accertamento del danno. Occorre sottolineare che strumenti come la guardiania, le recinzioni mobili, fisse, i dissuasori, il ricovero notturno degli animali, l’ausilio di cani adeguatamente educati e ben tenuti – che godono tutti di adeguato finanziamento – risolverebbero di gran lunga i conflitti. Tuttavia non vengono utilizzati, forse perché scomodi o “impegnativi”. Peccato che per legge, e anche secondo il Pacobace , tali strumenti siano sempre prioritari rispetto a soluzioni violente come le catture e le reclusioni.


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