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Nuovo parroco scaccia i gatti del suo predecessore dal giardino della chiesa. Non basta chiamarsi Francesco per amare tutte le creature di Dio

11/09/2014

La sezione della Lega del Cane di Teramo sta vivendo una triste vicenda di ottusa cattiveria che lascia sconcertati e lancia un appello per trovare una casa ai gatti sfrattati dalla Chiesa.
“C’erano una volta”, come nelle favole, dei gatti felici che vivevano nei pressi di una parrocchia a Teramo. Li accudiva, con amore e pazienza, il parroco e ne veniva ricompensato con miagolii e fusa, e tutto il tenero affetto che il gatto domestico usa riservare al suo compagno uomo. I gatti del parroco avevano la sabbiolina e tutte le cuccette con le copertine allineate in un locale adiacente il giardino, ciotoline sparse nel cortile con crocchette, latte e acqua a volonta’. Erano mici che vivevano sereni, sdraiati pigramente al sole sull’erbetta, sui davanzali, sui muri che circondano la chiesa. Circe, una delle più anziane, aveva scelto di vivere sulla tettoia del cortile e aspettava sempre il suo amico umano che dalla finestra del secondo piano le porgeva le ciotole di acqua e cibo. Era un tempo felice, dicevamo, ma destinato a finire come tutte le favole belle: il parroco gattofilo se ne va in pensione e viene sostituito da un nuovo sacerdoto che, nonostante abbia il nome del santo che ha amato tutte le creature di Dio, di gatti nella proprietà della Chiesa non ne vuole sapere.
Cancelli chiusi, porte sbarrate e le ciotole sistemate sulla strada, guardate con sguardo attonito dagli animali che, per loro natura e indole, non sono abituati ai repentini cambiamenti. Teniamo conto, nel leggere questa favola “non” a lieto fine, che i mici della chiesa erano aiutati dalle volontarie della sede teramana della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. L’Associazione si occupava delle sterilizzazioni e, più in generale, del loro benessere. Tutte cose che, con l’avvento del nuovo parroco, sono andate purtroppo a “farsi benedire” (per usare un termine “ad hoc”) sostituite dal divieto assoluto di entrare nelle proprietà ecclesiastiche per gatti e umani che volessero assisterli. A nulla son valse le preghiere, le richieste e l’intervento di persone della parrocchia, del vigile ecologico del Comune, dei simpatizzanti e dei volontari di LNDC. Un’unica concessione: un pasto frugale ai micetti fuori dalla chiesa, nell’attesa del loro trasferimento pronto e definitivo in altro luogo.
“La cosa che maggiormente colpisce in tutta questa triste vicenda è vedere come uomini di Chiesa, che spesso immaginiamo più buoni, più caritatevoli verso tutte le creature di Dio si siano dimostrati tanto indifferenti. – afferma Catia Durante, Presidente LNDC sezione di Teramo – E’ stato chiesto anche al Vescovo di Teramo di intercedere per porre fine a un caso tanto grave quanto increscioso, ma ci è stato risposto perché tanta sensibilità non la riservavamo agli esseri umani. A tale affermazione abbiamo semplicemente sottolineato che l’uno non esclude l’altro, e che gli uomini non hanno un cuore per gli esseri umani e uno per gli animali, ma un cuore buono o cattivo.
Il giorno successivo all’incontro con Sua Eccellenza il Vescovo, ci è stato comunicato che per disposizioni superiori i gatti non solo non potevano stare nei cortili della chiesa, ma neanche vicino. Ragion per cui le ciotole venivano spostate dell’altra parte della strada, e a causa di tanta cattiveria, purtroppo un gatto è morto investito.”
Stringe il cuore vedere tante code attorcigliate davanti ai portoni sbarrati di quella che era la loro casa e osservare faccette attonite volte verso l’entrata della chiesa. La strada che si snoda davanti alla Parrocchia è pericolosa, trafficata e senza riparo da piogge e intemperie. E i gattini, abituati alla tenera sollecitudine del Parroco precedente, non sono avvezzi alle mille insidie della società umana. Padre Vittorio e’ stato informato della cruda realtà e ha pregato i volontari di portargli in Liguria la vecchia gatta Calipso, particolarmente legata a lui, purtroppo, gli altri gatti non può ospitarli perché non gli è permesso. E’ bene ricordare, comunque, che esistono leggi specifiche per definire le “colonie feline” (L.281/91) e che, con la sentenza del Tribunale di Milano del 30 settembre 2009 n.23693 si e’ persino precisato che “le colonie feline hanno specifica territorialità”, posto che – in base alla natura del gatto stesso – quest’ultimo ha necessità di un riferimento territoriale. Ma, al di là di definizioni giuridiche, leggi e leggine, interpretazioni e sentenze, nella mente aleggia una domanda. Che fastidio e disagio possono recare i venti gattini a noi umani del Terzo Millennio? Le loro fuse sommesse, il loro pigro sonnecchiare sui gradini del Chiostro, le loro codine alzate in segno di saluto, non inviterebbero il viandante alla meditazione e al raccoglimento? E l’interrogativo, irrisolto, rimane.
Per chi volesse aiutare a trovare una sistemazione adeguata ai gatti sfortunati sfrattati dalla parrocchia a Teramo può contattare la LNDC alla email: legadelcane.teramo@hotmail.it


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