E’ uno dei più imponenti episodi di spiaggiamento di cetacei nella storia della Nuova Zelanda: il 9 febbraio 416 balene pilota si sono arenate sulla spiaggia Farewell Spit dell’isola, il 12 febbraio altre 240 si sono spiaggiate tra gli insediamenti di Puponga e Pakawau. Un allarme, i cui motivi sono al momento ignoti, e che sembra non voler finire. Per questi maestosi abitanti, del mare instancabili volontari, sono riusciti a fare qualcosa.
Delle 400 balene arenate venerdì 300 esemplari non ce l’hanno fatta, mentre un centinaio si è salvato grazie all’intervento dei volontari che hanno formato una catena umana. Ieri una nuova ondata di 240 cetacei è arrivata nella stessa zona. In questo caso però gli animali sono riusciti a ritrovare da soli la strada del mare aperto anche se non hanno abbandonato le acque prospicenti l’area. Lo ha reso noto il portavoce del ministero per l’Ambiente di Wellington. Gli ultimi sforzi dei soccorritori si stanno concentrando sulle 17 balene ancora in vita rimaste accanto alle carcasse di quelle arenatesi nei giorni scorsi.
Gli esemplari coinvolti in questo particolare fenomeno sono ‘balene pilota’, che come dimensioni possono arrivare a sei metri di lunghezza per oltre tre tonnellate di peso, una stazza che non facilita il loro trasporto in acqua.
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