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Non piace l’avvio anticipato della caccia, Italia a serio rischio infrazione europea

03/09/2020

A mettere fine alla tregua per gli animali che, sereni, si sono riappropriati degli spazi per il lockdown è arrivata la preapertura della stagione venatoria.
“E’ molto concreto il rischio che l’Italia diventi oggetto di una procedura di infrazione europea per la caccia alla tortora selvatica, come accaduto per Francia e Spagna”. A lanciare l’allarme è la Lipu, che evidenzia lo stato di salute molto negativo di questa specie aviaria.

“La caccia alla tortora selvatica è autorizzata nonostante le richieste internazionali di moratoria, l’opposizione del ministero dell’Ambiente italiano, il Piano di gestione nazionale della specie che sconsiglia le preaperture, e il parere negativo dell’Ispra. Un’incredibile serie di divieti – evidenzia la Lipu – che le regioni hanno inteso disattendere, a dimostrazione della totale sudditanza culturale e politica nei confronti del mondo venatorio”.
Contro le preaperture, in deroga alla legge 157 del 1992 in base a cui la caccia dovrebbe iniziare la terza domenica di settembre, torna a schierarsi anche il Wwf. “Quella che dovrebbe essere una deroga concessa solo in presenza di rigorose e determinate condizioni scientifiche, è ormai una consuetudine.
Le deroghe sono quasi sempre autorizzate in violazione delle leggi italiane ed europee poste a tutela degli animali selvatici e delle aree dove vivono, si nutrono e si riproducono”, sottolinea l’organizzazione ambientalista.
Le preaperture quest’anno interessano tutte le regioni a eccezione di Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Trentino Alto Adige. Piemonte e Basilicata sono le regioni con il maggior numero di giornate di caccia in preapertura (8), seguite da Marche (7) ed Emilia-Romagna (5). Oltre alla tortora selvatica si potranno cacciare altre 11 specie: cornacchia grigia, cornacchia nera, gazza, ghiandaia, colombaccio, merlo, alzavola, beccaccino, marzaiola, quaglia e germano reale. (ANSA).


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