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Non hanno i soldi per pagare ma il veterinario li vuole prima dell'intervento: il cane muore

19/04/2023

Kira sta male, la famiglia capisce che non c’è tempo da perdere e corre in uno studio veterinario. Il responso è torsione gastrica, si deve intervenire subito ne va della vita del cane. Costo dell’intervento 1.500, una somma che la famiglia non può spendere. Propone di dilazionare il pagamento ma la struttura rifiuta. La corsa per salvare Kira continua verso un altro studio ma anche qui senza un pagamento contestuale il cane non lo operano. Kira sta sempre peggio. Solo dopo ore una clinica veterinarria risponde all’appello sui social; accetta di operare e curare Kira, per il pagamento si vedrà. Un Palermo, non ha i soldi per pagare il veterinario: il cane muore gesto generoso ma arrivato troppo tardi è tardi, Kira di 13 anni muore prima di arrivare. E’ la storia di Kira e della sua proprietaria M., una ragazza di 16 anni, riportata dall’Ansa e che sta rimbalzando sui social attirando anche l’attenzione di molti attivisti. Le associazioni Attivisti Gruppo Randagio, Earth e Alta Spa denunciano, per conto di Alleanza Animalista questa “intollerabile storia soprattutto in una regione, la Sicilia, dove il problema del randagismo ha dimensioni rilevantissime”. La ragazza racconta sui social: “Kira purtroppo ci ha lasciati ieri sera. Kira è stato un regalo da mio fratello per tutta la famiglia ma soprattutto per me che sono la figlia più piccola e quindi ero sempre sola. Abbiamo creato un legame fortissimo: è stata la mia compagna di vita per 13 anni e questo non lo potrò mai dimenticare. Ma non potrò mai nemmeno dimenticare che queste cliniche che dovrebbero essere i salvatori dei nostri compagni di vita abbiano fatto morire la mia migliore amica. Qualcuno è riuscito a separarci. Io non voglio niente, voglio solo dire due parole a tutte le cliniche: non ci sono soldi o cose materiali più importanti e più belle dell’amore per un animale”
“Rifiutarsi di prestare le prime cure ad un animale in pericolo di vita – afferma Massimo Vacchetta, veterinario direttore del “Centro Recupero Ricci La Ninna” – è omissione di soccorso e quindi perseguibile penalmente. Dal punto di vista etico è un gesto veramente deplorevole che toglie dignità alla nostra professione che non è un semplice lavoro ma una missione.
Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà alla famiglia di Kira e chiedere ai miei colleghi che si sono rifiutati di soccorrere la cagnolina di provare per una volta ad immedesimarsi nel dolore degli altri”.


Categorie: Cani, News dal Mondo