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"No all'abbandona degli animali", a Catania l'Amministrazione Comunale contro il crescente fenomeno del randagismo

11/08/2018

Un cagnetto dal muso simpattico è il testimonial della campagna social lanciata dal Comune di Catania per dire “No all’abbandono degli animali”, un triste e diffusissimo fenomeno soprattutto estivo. L’Amministrazione Comunale ha anche  prorogato le convenzioni con i canili e le associazioni per il servizio di cattura, custodia e mantenimento dei cani abbandonati.
«L’abbandono degli animali è un comportamento incivile che noi fortemente stigmatizziamo – ha detto il sindaco – esso ha ripercussioni sull’intera collettività con i cani randagi che possono risultare aggressivi perché spaventati, o ancora, essere vittime di incidenti stradali e spesso lasciati sull’asfalto agonizzanti». Così d’intesa con l’assessore all’Ambiente e Sicurezza è stata anche emessa un’ordinanza urgente per assicurare «il servizio di cattura, custodia e mantenimento dei cani randagi a tutela della pubblica incolumità e dei rischi di pericolo derivanti dal randagismo canino. Viene così garantito un servizio importante di prevenzione e tutela dei cittadini e degli animali. Peraltro è affidato proprio al Comune il compito di organizzare e controllare il fenomeno del randagismo.
Si tratta di una emergenza- ha detto il primo cittadino – segnalataci da molti catanesi. A dei comportamenti incivili stiamo cercando, pur nelle note ristrettezze, di dare risposte. Faccio appello a tutti per evitare l’abbandoni degli amici animali, che a fronte di pochi obblighi ci danno tanto affetto». Il servizio di cattura, custodia e mantenimento è stato fino a poco tempo fa affidato ad alcune associazioni con convenzioni scadute da tempo perché senza copertura economica. «Prolungheremo fino alla fine di quest’anno – ha detto l’assessore  – un servizio necessario anche per la riammissione di questi animali già vaccinati sul territorio e la loro eventuale adozione». Continueranno quindi la loro azione i cinque canili e associazioni che se ne occupavano prima con le medesime condizioni delle convenzioni per evitare le situazioni di pericolo che la mancata stipula provocherebbe, un “ponte” nelle more dell’avvio di nuove procedure di gara.


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