Oggi 26 aprile alle ore 21 in 35 sale cinematografiche del circuito “The Space Cinema” debutta, su iniziativa di Feltrinelli Real Cinema e Sacher Distribuzione, il film “Project Nim” girato da James Marsh, già Premio Oscar per “Man on Wire”. La pellicola racconta la toccante storia di Nim Chimpsky, un cucciolo di scimpanzé che nel 1973, al momento della nascita, venne separato dalla madre da un gruppo di scienziati della Columbia University e avviato ad un complesso esperimento durante il quale fu educato esattamente come fosse un neonato umano. Vestito come un bambino, costretto ai vizi umani e sottoposto a comportamenti sociali estranei alla sua specie, Nim, al termine di un lungo addestramento, fu abbandonato in una gabbia. La pellicola racconta come la scienza, quando è usata per indagini discutibili senza rispetto per la vita, possa rendere improvvisamente visibile la crudeltà quasi primitiva di cui l’uomo è ancora capace, suscitando un senso di ingiustizia e pena infinita. «Uomini e scimpanzé condividono il 98,7 % dei geni – commenta il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri -; è sufficiente una piccola diversità nel loro patrimonio cromosomico perché si abbiano differenze di comportamento tanto pronunciate tra le due specie. Solo gli uomini, infatti, costringono altri esseri viventi a diventare tragiche vittime della propria presunta superiorità.» E allora, qual è mammifero più “umano”, quello che sentiamo più vicino a noi, l’homo sapiens che crede di poter rendere qualsiasi essere uguale a lui, o il disarmato protagonista del film, costretto a vivere in un ambiente che non è il suo e a subirne i comportamenti? Per chi segue le vicende del piccolo Nim la risposta non è difficile.
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