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Nel Trevigiano un essere ignobile ha ucciso un cane prendendolo a calci e colpendolo con il fucile. Enpa impegnata legalmente

19/11/2019

Un atto crudele, vigliacco e senza nessuna giustificazione, Una di quelle notizie  che non vorremmo più leggere ma che tornano sempre la pubblica ilsecoloxix.it .
Preso a botte e percosso con il calcio di un fucile. Questa è stata la probabile fine di Rocky, un cane dal pelo color miele, ucciso da un cacciatore a Vazzola, nel Trevigiano. Il quattrozampe non è morto subito. La sua agonia è durata altre 24 ore dopo essere stato ricoverato d’urgenza.
Testimoni dell’accaduto sono stati Maria e Massimo, i proprietari di Rocky: i due aprono il cancello per far entrare degli amici e pochi minuti dopo sentono i guaiti del meticcio di casa. Un uomo, di circa 70 anni, vestito da cacciatore stava ripetutamente colpendo Rocky con pedate e usando il calcio del fucile.
La disperazione e le lacrime della proprietaria non sono servite a nulla: quando la donna lo ha implorato di fermarsi, il cacciatore l’ha minacciata con l’arma intimandole di rientrare in casa. A quel punto lei ha chiamato i carabinieri e ha fotografato l’uomo intento ad accanirsi su Rocky. Sfogata la sua crudeltà il cacciatore si è poi allontanato seguendo una stradina laterale. Dopo pochi minuti sul posto è arrivata una pattuglia di carabinieri a cui è stato raccontato l’accaduto sottolineando che, a poca distanza dal cacciatore, c’erano altri due compagni di battuta che hanno assistito la scena senza intervenire.
Portato dal veterinario, il bollettino medico è subito risultato grave: «Paziente in stato di choc, tachicardia, vistosa lacerazione di cinque cm. Della cute sulla groppa con abbondante perdita di sangue, enorme tumefa-zione sul lato destro dell’addome». Il paziente, in prognosi riservata, è stato posto sotto terapia. La successiva radiografia ha confermato la diagnosi e rilevato anche un vistoso pneumoderma. Il rischio peritonite e le lesioni agli organi interni consigliavano l’intervento chirurgico una volta il paziente si fosse stabilizzato.
Rocky ha resistito qualche ora, ma nel pomeriggio è deceduto dopo aver sofferto terribili dolori.
Il cacciatore è stato subito denunciato e, dalle foto provvidenzialmente scattate, pare che sia stato pure identificato. Il reato contestato è di maltrattamento (Art. 544 ter c.p. (*)) ma, poiché quando è stata presentata Rocky era ancora in vita, ora si aggiungerà al reato precedente l’aggravante dell’uccisione dell’animale.
La pena prevista per il reato di maltrattamento è la reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro mentre, se da tale azione ne deriva la morte dell’animale la pena è aumentata della metà.
«L’Enpa – scrive Adriano De Stefano, presidente della sezione di Treviso – si è resa subito disponibile nel prestare tutto il necessario supporto legale è farà di tutto per evitare che questo animalicida concluda con il solito patteggiamento ma finisca a processo davanti a un giudice».


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