La Giornata mondiale dell’ambiente 2018 è stata dedicata alla lotta alla plastica. Una minaccia, in particolare, per l’ecosistema marino. Le tartarughe, sono tra le principali vittime che rischiano di morire con l’apparato digerente pieno di cannucce, tappi, buste, reti, involucri e residui vari quando non restano prigioniere di rifiuti e reti.
In Kenya, a Watamu, gli ambientalisti cercano di sensibilizzare i residenti sul problema e c’è una clinica dove si cercano di curare decine di esemplari marini che hanno ingerito questi rifiuti. Le tartarughe che stanno male si riconoscono subito.”Di solito accade che, se una tartaruga mangia qualcosa di artificiale che non può digerire, l’apparato digerente si blocca e il cibo inizia a fermentare e a produrre gas e la tartaruga galleggia” spiega Kahindi Changawa che si occupa del progetto per salvarle. Secondo la World Wildlife Federation, ogni anno circa 9 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare. “L’80% dei rifiuti in mare sono costituiti da plastica – dice Lisa Svensson direttrice dell’agenzia Onu che si occupa di oceani – e la plastica è un problema enorme: dal ’60 ad oggi si produce plastica 20 volte di più”.A Watamu ogni settimana volontari ripuliscono le spiagge e la clinica organizza campagne di sensibilizzazione, anche collaborando con le scuole, per insegnare ai bambini a prendersi cura e a salvare gli animali marini in pericolo.
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