Sei cavalli, tre giumente e tre puledri, uno ritrovato schiacciato dal peso della madre che lo stava allattando, tutti appartenenti alla storica razza marchigiana “Cavallo del Catria” sono morti falcidiati dai fulmini, sabato pomeriggio. Vittime innocenti di un vortice temporalesco colmo di grandine che si è scaricato domenica 4 giugno, sul massiccio più alto del pesarese.
Non si esclude che ci sia un settimo animale morto, un puledro di due anni che risultava ieri purtroppo ancora disperso «ma – interviene Mirco Ravaioli, il Presidente dell’Azienda Speciale del Catria – abbiamo bisogno di tempo per setacciare i 500 ettari di pascoli e boschi. Intanto abbiamo trovato un vitellino di pochi giorni smarrito che il suo allevatore ha già reinserito nella mandria». Rassicura: «finora ci risultano che tutti i cavalli e i bovini sono nei rispettivi comparti e godono di ottima salute». Morire per eccesso di libertà.
È il caro prezzo pagato da questi animali che godono di un estremo benessere. Sono allevati allo stato brado con una gestione ancestrale degli spazi aperti suddivisi in molte sezioni con filo spinato e pali di castagno.
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