Una storia incredibile di coraggio, voglia di vivere e buona sorte quella di due gattine disabili destinate ad una fine crudele che hanno cambiato il loro destino. A farcela conoscere tgcom24.
Una è la “procuratrice”, capostipite di tutti gli animali disabili ospiti da maggio 2018 del Centro per l’educazione alla disabilità animale, (Ceda), di Carbonera (Treviso). L’altra è il suo braccio destro, anzi, sarebbe meglio dire la sua zampa destra anteriore. La prima è Miracle, “un miracolo di nome e di fatto” come racconta a Tgcom24 Alessandro Ortolan, costruttore trevigiano di “carrellini-disabili” e a capo dell’omonimo Comitato. L’altra è Sally. E “il loro destino è stato capovolto”. Sono, infatti, due gattine sotto i due anni d’età, disabili e per questo condannate alla soppressione, ma che al Ceda hanno trovato una seconda vita. Quasi normale. In attesa di una famiglia tutta loro. Così chi meglio di Miracle e Sally, con alle spalle un triste passato ma oggi un futuro di fusa e giochi, può meglio rappresentare la riscossa del mondo felino?
Miracle, gatto tricolore dal buffo muso nero e marrone, arriva dalla Calabria, dai monti del Cosentino. “Un giorno di oltre un anno fa sono stato contattato da un anziano che aveva una richiesta strana – ricorda Ortolan, conosciuto anche come il mago dei carrellini. – Voleva un carrellino per un gatto randagio. Allora ho indagato e così venni a conoscenza che era stata la sua bandante a parlargli di una gattina che strisciava affamata per le strade del paesino dopo essere stata investita. Era dunque destinata a morte certa”.
“Anche il seguito della storia è stata un miracolo, da qui il suo nome – aggiunge. – Contattando dei volontari di un’associazione animalista locale Miracle è arrivata al Ceda in apertura, così è diventata la padrona di casa di Micinbici, la stanza protetta che condivide con Sally e altri due gatti disabili, Ariel e Rocket, l’ultimo arrivato”. Strappata così a morte certa, Miracle gioca, si arrampica e fa le fusa come ogni gatto che si rispetti. “La sua vescica va spremuta manualmente due volte al giorno, ma per il resto non ha problemi e cerca una casa tutta sua”, conclude Ortolan.
Sally, dal pelo bianconero, ha avuto una storia altrettanto sfortunata. “Era un gatto di proprietà che è finito nella tagliola di un bracconiere nella campagna toscana e pur di liberarsi da quella trappola si è autoamputata le zampe posteriori mangiandole”, continua Ortolan. Oggi Sally ha trovato la sua normalità abituandosi ai suoi moncherini. “Non è paralizzata, non ha vescica neurologica, ha solo le zampe posteriori più corte e anche lei cerca la sua famiglia”.
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