Torna in Sri Lanka la pacifica protesta dei buddisti contro i sacrifici rituali hindu in cui con crudeltà vengono uccisi gli animali, soprattutto capre, da sacrificare alle divinità.
A guidare la protesta questa volta un membro della maggioranza buddista, il ministro delle Pubbliche Relazioni, Mervyn Silva, che ha marciato per protesta fino al tempio hindu di Munneswaram, a
L’arrivo dei manifestanti ha interrotto il rito sanguinario in cui ogni anno centinaia e centinaia di capre vengono sgozzate e decapitate davanti ai fedeli del tempio.
Il Ministro Mervyn Silva ha dichiarato alla radio privata Sri FM di condannare i sanguinari sacrifici himdu non solo come buddista ma anche come membro del Governo:”E’ qualcosa che danneggia l’immagine dello Sri Lanka”, ha detto il ministro. ”Abbiamo portato via gli animali e se ci sono dei legittimi proprietari possono chiederli indietro”.Il sanguinoso rituale era stato gia’ messo al bando negli anni ottanta anche per l’impegno di assiciazioni animaliste come l’Animal Welfare Network Nepal (AWNN) e l’AnimalRights Nepal che hanno evidenziato come nei i testi religiosi hindu che parlano di diritti degli animali, non si fa alcun riferimento a sacrifici animali per appagare gli dei e le dee, che sicuramente non approverebbero il massacro di alcune delle loro creature a nome loro. Gli esseri umani uccidono quegli esseri innocenti per motivi personali ed egoistici. In effetti, queste pratiche crudeli vanno contro i dettami della religione hindu e lo stile di vita indicato [ai fedeli]. Il mutuo rispetto tra tutti gli esseri viventi non deve essere violato. Purtroppo i sacrifici sono stati man mano riproposti da quei fedeli hindu convinti che il sangue degli animali attiri il favore degli dei. La polizia ha aumentato i controlli di sicurezza nella zona per timore che tra le due fazioni opposte potessero scoppiare violenze a sfondo religioso.
Foto: www.thesundayleader.lk
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