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L'orso M49 è di nuovo in fuga. Evaso dal Centro del Casteller. Ministro Ambiente: “Monitorabile e innocuo, non va abbattuto"

28/07/2020

Per la sua abilità nella fuga l’orso M49 è stato soprannominato Papillo e non si è smentito. Nuovamente il grosso plantigrado ha beffato i sistemi di recinzione ed è fuggito dal Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento. Lo ha reso noto questa mattina il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Come riporta Ansa il grosso orso era già stato protagonista, l’anno scorso di una prima evasione dalla stessa area: questa volta non ha scavalcato ma ha direttamente divelto la rete di ferro della “gabbia” in cui era rinchiuso dall’aprile scorso, ha precisato Fugatti. L’orso M49, risulta dotato di radiocollare, a differenza della prima volta quando fuggì dal recinto appena dopo la cattura.
M49 sarebbe stato localizzato in un’area del monte Marzola, sopra Trento, che i forestali stanno presidiando. Secondo la prima ricostruzione, il plantigrado nel corso della notte è riuscito a superare la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno. Ad accorgersi dell’accaduto è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare ad un certo punto partiva dall’esterno del recinto.
“Come volevasi dimostrare Papillon, soprannome di Henri Charrière, il fuggiasco francese, è il soprannome migliore che potevamo scegliere per l’orso M49: questa mattina è fuggito per la seconda volta dal recinto in cui era stato rinchiuso. Ho sentito il presidente della provincia di Trento Fugatti e allertato Ispra. La mia posizione rimane la stessa: ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura. Papillon ha il radiocollare e quindi rintracciabile e monitorabile facilmente: non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili. Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa su Facebook.

 


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