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Lupo impiccato a Rieti: responsabilità politica del Ministro e della campagna d’odio. Scomparsa l’ipotesi di uccidere i lupi è scomparso anche il piano di tutela

31/05/2017

«Apprendiamo da fonti di stampa che un altro lupo sarebbe stato impiccato e ucciso, nel Reatino, con modalità che ricordano la brutale esecuzione avvenuta poche settimane fa a Soverato. Come in quella occasione, quando l’animale venne addirittura scuoiato, anche stavolta gli animalicidi avrebbero “firmato” il loro delitto con gli slogan tanto cari a certa parte del mondo degli allevatori». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali. «Restiamo in attesa di conferme da parte degli inquirenti, riteniamo tuttavia che sia ormai stata oltrepassata la soglia di guardia: anche se la notizia non dovesse essere confermata dagli investigatori che stanno lavorando sul caso è comunque indicativa del clima fin troppo avvelenato, contro i lupi e più in generale contro i selvatici che si respira ormai nel nostro Paese».   Secondo l’Enpa, il principale responsabile politico di questa situazione è il Ministro Galletti, il quale, spalleggiato dalla fazione più estremista degli allevatori, è stato tra gli artefici di essi di una vera campagna di terrore che ha finito per incendiare gli animi e che evidentemente ha fatto perdere il senso della misura a qualcuno. «Se il Ministro dell’Ambiente, istituzionalmente preposto alla tutela delle biodiversità e non certo alla programmazione di uccisioni contro una specie particolarmente protetta, è veramente sensibile come dice alla protezione del più grande predatore italiano ci dica che fine ha fatto il Piano di Tutela del Lupo. Fino a quando si parlava di uccisioni di animali, il Piano sembrava essere la prima emergenza del Paese, poi – aggiunge Enpa – una volta bocciata la norma ammazzalupi, affossata dalle Regioni e da una campagna di mobilitazione senza precedenti, è finito nel dimenticatoio; è stato insabbiato».   Per questo, Enpa chiede di calendarizzare il prima possibile nella della Conferenza Stato-Regioni l’approvazione del Piano di Lupo, depurato ovviamente della possibilità di uccisioni. E chiede ciò avvenga prima di una ulteriore escalation di sangue e di gesti emulativi. 


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