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Lupi in Toscana. Enpa: "La Regione fornisca chiarimenti sulle procedure osservate"

03/02/2023

«Apprendiamo con estrema tristezza che un cane sarebbe morto per salvare un gregge dalla presunta predazione di un lupo. Tuttavia ci chiediamo sulla base di quali dati, oggettivi e verificati, venga lanciato questo ennesimo allarme. Ricordiamo infatti che per attribuire una predazione a un lupo non basta la semplice lettera inviata da un allevatore a un sindaco, ma è necessaria una meticolosa e tempestiva verifica da parte di personale veterinario specializzato, ed è anche richiesta un’analisi genetica sui campioni biologici prelevati in loco. Vorremmo sapere se tali verifiche, in questo come negli altri casi simili, siano effettivamente eseguite e secondo quali modalità». Così l’Ente Nazionale Protezione Animali, sul presunto atto predatorio denunciato – per l’appunto via lettera – dal titolare di un’azienda agricola al sindaco di Pontassieve (Firenze).
La richiesta di chiarimenti che Enpa rivolge alle amministrazioni locali e alle autorità veterinarie della Toscana èCANI ANTILUPO PER PROTEGGERE GREGGI AL PASCOLO assolutamente infondata, poiché – come si legge in un recente rapporto dell’ISPRA – per tutti gli eventi di predazione denunciati dagli agricoltori dal 2015 al 2019 (in media 500 l’anno), le autorità amministrative della Toscana non sono state in grado di identificare con precisione la specie che li avrebbe compiuti. Una circostanza, questa, che secondo l’associazione getta più di un’ombra sull’efficacia e sulla validità dei controlli eseguiti sulle denunce degli allevatori. Più in generale, parlare di un’emergenza lupi, di un allarme “meticci ibridi” o, più in generale, di un pericolo selvatici, come fanno alcune associazioni di categoria terrorizzando la popolazione è assolutamente fuorviante e contrario alla realtà. Sempre l’ISPRA “certifica” che nel quinquennio 2015-2019 non solo non si è verificata alcuna impennata nelle predazioni ma gli indennizzi corrisposti sono calati in misura assai significativa, passando da 921 mila a 363 mila euro.
Regione e amministrazioni locali dovrebbero anche spiegare quali misure di prevenzione sono adottate sul loro territorio e quali strumenti hanno previsto per incentivarne l’adozione. Con l’occasione Enpa ricorda che tali misure devono essere applicate in modo razionale e che, se si fa ricorso ai cosiddetti cani “da guardiania”, un unico animale spesso non serve a prevenire atti la predazione, da qualunque specie venga compiuta. Per ottimizzare la convivenza con i lupi, così come con ogni altra specie selvatica, non sono necessari né fantomatici piani di gestione, né modifiche rispetto al sistema di tutele di cui godono. E’ necessario invece fare la cosa più ovvia e più semplice (ma anche meno gradita dai cacciatori): puntare sulla prevenzione. «Una fucilata – conclude Enpa- non ha mai salvato un agnello, un recinto sì».


Categorie: Cura e gestione, Mondo animale