L’emergenza lupo in Alto Adige è una fake news diffusa per creare una situazione di allarme sociale e accontentare quegli allevatori e quei cacciatori estremisti che vogliono tornare a sparare contro una specie particolarmente protetta dalle normative italiane ed europee. Sulle regioni alpine centro-orientali, che dunque comprendono la Provincia di Bolzano ma anche altri territori, sono presenti – stando all’Ispra – appena 266 esemplari di lupo. Tra il 2015 e il 2019 – scrive sempre l’Ispra (dati rielaborati da ENPA) si sono verificati appena 109 eventi di predazione (meno di 22 l’anno) e l’importo degli indennizzi complessivamente erogati agli allevatori nel quinquennio non ha toccato i 50mila euro (10mila l’anno). «Quello che davvero sorprende di questi dati è che la Provincia, che pure suona la grancassa contro i lupi, non è stata neanche in grado di stabilire con certezza se – spiega Enpa – tali predazioni siano da attribuire al lupo o ad altro animale. A dirlo non è un’associazione animalista ma lo stesso Ispra. Siamo al paradosso».
Ma c’è anche un altro elemento che dimostra il vero peso degli interessi in campo, da ricondurre proprio alle frange estremiste di cacciatori e allevatori. «In occasione della Legge di Bilancio 2023 è stato presentato un emendamento che creava un fondo triennale da 6 milioni di euro per i risarcimenti delle attività antropiche. Quei partiti, che pure dicono di battersi per gli allevatori, hanno respinto l’emendamento bocciando così la creazione di un utile e importante strumento. Non ci risulta che nessuno se ne sia lamentato. Evidentemente – conclude Enpa- il punto non sono i danni, veri o presunti, ma solo la possibilità, o meglio la libertà di uccidere qualche povero esemplare di lupo».
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