Dio donò ad Abele per amico un cane e lo esortò ad amarlo e proteggerlo dando così inizio al quel legame indissolubile che da millenni lega l’uomo al cane.
La convivenza non è stata sempre e ovunque improntata all’amore e all’amicizia ma comunque intenso e durevole il legame tra queste due creature.
Il primo animale addomesticato si è sempre pensato fosse stata la renna (20.000-10.000 a.c.) ma da alcuni studi recenti effettuati dell’Institut royal des Sciences naturelles de Belgique sui resti di un teschio di cane ritrovati in Belgio nella grotta di Goyet si può far risalire il suo addomesticamento a 31.700 anni fa.
Il rapporto tra uomo e cane diventa nel corso dei millenni più profondo e coinvolgente come nella rappresentazione di un vecchio che accarezza affettuosamente la testa di un cane rinvenuta in una tomba di 12.000 anni presso Ain Mallaha, nella zona nord di Israele,
Con un bel salto in avanti arriviamo a una delle più grandi civiltà del mediterraneo: l’Antico Egitto.
I cani sono rappresentati nei monumenti funerari non solo come testa di Anubi,divinità funeraria e guardiano fedele delle tombe e del sonno dei defunti, ma protagonisti nelle scene narrative come il piccolo cane sotto la sedia del defunto.
La cultura egiziana, pur non riconoscendogli la sacralità e la venerazione del gatto ha assegnato al cane, cosa che raramente si riscontra in altre culture, un doppio ruolo, quello di divinità e di inferiore e sebbene non amati quanto i felini anche loro sono stati trovati mummificati nelle tombe dei loro padroni e a volte addirittura posti all’interno delle loro bare.
L’apprezzamento del cane per le caratteristiche specifiche della sua razza e la sua introduzione nelle abitazioni come aiuto nel lavoro o come simbolo di prestigio è proprio della civiltà romana.
Fu Alessandro Magno di ritorno dall’India ad introdurre in Grecia i molossi che poi si diffusero in tutto l’impero, anche in Italia dove conservano le medesime caratteristiche nel mastino napoletano.
L’interesse e la passione per i cani nell’antica Roma, oltre alle rappresentazioni di esemplari in affreschi e sculture, mosaici e monete, sono testimoniati nella ufficializzazione del ruolo dei procuratores cinogiae cioè quegli ufficiali specializzati nella ricerca e raccolta di cani che venivano trasportati a Roma per l’addestramento e la riproduzione.
Famosi sono i mosaici pompeiani che ritraggono cani di ogni sorta con la dicitura usata ancor oggi fuori dagli ingressi delle nostre case: Cave Canem (Attenti al Cane).
Furono i romani ad introdurre per primi una classificazione di base delle razze dividendo i cani in tre categorie principali: Canes vanatici, Canes pastorales e Canes villatici.Con la caduto dell’impero romano e per tutto il Medioevo i cani conobbero un periodo buio di abbandono e randagismo finchè non ritrovarono una valorizzazione nella caccia e nella protezione delle abitazioni. La caccia praticata dai nobili fece tornare il cane al ruolo di compagno di vita anche nelle residenze aristocratiche e borghesi dove entrarono levrieri, terrier e grifoncini.
Nella nostra società moderna soprattutto in ambito familiare, il rapporto con il cane è basato essenzialmente su un legame emotivo, affettivo in cui prevale amore, divertimento e soprattutto rispetto reciproco. Almeno così è nella maggioranza dei casi. Ma il cane ora più di prima resta amico e supporto dell’uomo. Riconosciuto da tutti l’insostituibile supporto dei cani guida che aiutano i non vedenti a superare ostacoli e pericoli. dei cani poliziotto impiegati con la polizia in operazioni antidroga o per individuare oggetti e informazioni utili a decifrare un delitto, dei cani da salvataggio in acqua o da valanghe per salvare e ritrovare chi è rimasto sepolto da valanghe o macerie. Da non dimenticare la pet-therapy, oggi definita come Taa (Terapia assistita con animali), dove una vera e propria partnership tra pazienti, operatori e animali in un contesto di cura fornisce un contributo inestimabile per migliorare patologie e disagi
Dopo secoli di cammino fianco a fianco, sembra che l’evoluzione stia portando l’uomo a comprendere finalmente che il cane è da sempre suo più fedele compagno di vita. Il cane l’ha capito molto prima. Un’antica leggenda degli indiani Navajo narra che dopo la creazione del mondo, il Grande Spirito separò gli animali dall’uomo disegnando una linea sulla sabbia che sarebbe poi diventata una catena montuosa. Il cane però saltò dall’altra parte decidendo di vivere con la creatura che amava di più: l’uomo.
Categorie: Animali e Cultura
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