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“Lo spazio delle impronte”: quando l’architettura pensa anche ai quattrozampe

02/05/2013

L’idea è questa: cambiare il modo di abitare con gli animali. Si chiama «lo spazio delle impronte» ed è un progetto di cohousing che prevede la nascita di nuove case con spazi condivisi per cani e gatti. Cristina Bonvini, architetto e insegnante di storia dell’arte in una scuola media, sta formando il suo gruppo di lavoro – composto da quattro persone ma aperto a nuovi membri –, e entro il 2014 spera di cominciare a concretizzare il suo progetto. A Piacenza, dove vive. E poi l’obiettivo è quello di portare «lo spazio delle impronte» in tutta Italia e magari nel mondo.
«L’idea è nata tre anni fa dal desiderio di trovare condizioni più favorevoli per il benessere degli animali – racconta Bonvini – e dall’esigenza di conciliare l’amore per Fido con i problemi della vita quotidiana». La prima tappa per realizzare il progetto è innanzitutto trovare un’area a Piacenza con un fabbricato da restaurare. «L’ideale sarebbe un ex opificio di area artigianale – spiega Cristina – con un terreno che non si debba bonificare di almeno 2000 metri quadrati. Vogliamo una zona nel centro della città, vicina a supermercati, farmacie e scuole: la vita va semplificata, per questo devono essere abitazioni comode per anziani e bambini».
Acquistato l’opificio, bisogna restaurarlo e trasformarlo in una zona residenziale, con case a due piani per una decina di famiglie. E il giardino attorno sarà più o meno così: ci saranno due spazi, uno privato e uno comune. «Ogni famiglia avrà uno spazio privato, protetto e recintato per il proprio animale, di 70/100 metri quadrati – continua Cristina Bonvini -, mentre nello spazio comune gli animali potranno giocare e socializzare. Come potranno socializzare tra loro i padroni, e organizzare cene, invitare amici». Già perché il progetto vuole anche recuperare la solidarietà e il rapporto tra vicini, che tante volte si perde in un saluto di cortesia. Tante volte tra vicini neanche ci si conosce.
L’iniziativa è aperta anche a chi non ha animali, a chi per mancanza di spazio e tempo ha sempre rinunciato ad adottare un cucciolo e forse adesso ci potrà ripensare. «I condomini potranno ad esempio prendersi cura del cane del vicino quando non lui c’è o va in vacanza – dice l’architetto – ed evitando pensioni e dog sitter, cani e gatti resteranno nel loro ambiente abituale, insieme a persone familiari». Per Cristina Bonvini e il suo gruppo, insomma, migliorando la vita di Fido anche la nostra diventa più bella. E più sociale.  (lastampa.it)


Categorie: Animali e Cultura