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L’inutilità delle stragi di lupi Maremma, Prof. Boitani della Sapienza: i pastori crudeli perché non lo conoscono, ma lo Stato applichi le leggi

24/02/2014

La strage di lupi giustificata con la tutela degli ovini, avvenuta nelle scorse settimane in Maremma, ha visto una vera e propria escalation di violenza nei confronti di un grande carnivoro che solo da poco e’ tornato a popolare i nostri parchi. I pastori sono esasperati perche’ da parte dello Stato italiano non c’e’ presa di consapevolezza della gestione del predatore. Ma la situazione della Toscana non e’ un fatto isolato, anzi negli altri Parchi molti piu’ lupi vengono uccisi. Colpa dell’uomo o della normativa?  Contro questa carneficina che finora è stata condannata e ritenuta inutile dalle associazioni animaliste e da quanti desiderano preservare la fauna selvatica dei nostri boschi, adesso si fa sentire anche la voce autorevole della scienza. Luigi Boitani, ordinario dell’università la Sapienza di Roma-Biologia e Conservazione della Fauna Selvatica ha dichiarato all’agenzia Dire: “La situazione della Maremma non e’ peggiore rispetto ad altri posti, solo che ne parlano di piu’ i giornali perche’ fanno piu’ casino i pastori locali. Pero’, nel corso del 2013, nel solo Parco d’Abruzzo di lupi ne hanno ammazzati 27 e non ne ha parlato nessuno, e nessuno ne vuole parlare”.
La situazione in Toscana e’ diversa rispetto al resto d’Italia, spiega Boitani, “perche’ tutta la pastorizia del grossetano e della Maremma e’ di provenienza sarda e il pastore sardo non conosce il lupo perche’ in Sardegna questo grande carnivoro non e’ mai esistito”. I pastori, quindi, “non sono
abituati alla sua presenza tanto che rifiutano anche gli indennizzi dello Stato. Non vogliono il lupo e basta e per questo c’e’ una reazione tanto violenta”, ribadisce il docente. Ma cosa si puo’ fare? “Lo Stato non puo’ abdicare alle sue leggi, quello che si puo’ fare sono le solite cose che si dovrebbero fare: prevenzione del danno, cioe’ recinti elettrici, indenizzo dei danni subiti quando ci sono.
“Bisogna rivedere completamente la legge di protezione e di conservazione del lupo in un’ottica un pochino piu’ moderna”. Infatti, prosegue “circa il 40% di quelli che chiamiamo lupi sono ibridi e questo crea un problema gigante dal punto di vista legale normativo. Un ibrido e’ protetto o no? Non e’ previsto dalla legge. E’ un cane? Allora rientra nella legge sul randagismo. Quando fa un danno bisogna indennizzare il danno o no? Questi sono tutti problemi che lo Stato non si pone”, rileva Boitani.
Qundi, “fanno bene i pastori ad essere arrabbiati perche’ dalla parte dello Stato non c’e’ una presa di consapevolezza della gestione del predatore: lo Stato italiano dice il lupo e’ una specie particolarmente protetta e se ne va.” Ma della gestione dei randagi e quindi degli ibridi, che si riproducono esponenzialmente nessuno si fa carico esponendo gli armenti ad attacchi erroneamente attribuiti ai veri lupi. Torna quindi al centro del problema la mancanza da parte delle amministrazioni locali di una attenta campagna di sterilizzazione dei randagi, di cui sono responsabili, per prevenire i fenomeni di inselvatichimento che vanno a ingrossare i branchi di predatori affamati naturalmente costretti a procacciarsi il cibo a danno degli armenti.


Categorie: Curiosità