E’ un fatto avvenuto già da un po’ di tempo ma è una bella storia che vale la pena raccontare. Ricordate la giovane coppia di turisti tedeschi che, in vacanza in Costa Smeralda, era andata al ristorante per una romantica cenetta ma, alla vista di aragoste ed astici nell’acquario del locale in attesa di essere buttati in pentola ancora vivi, la donna non ha resistito e ha chiesto al marito di salvarli comprandoli tutti. Qui siamo invece in Liguria e a raccontarla è l’Enpa di Albenga.
Durante le festività natalizie due turisti in vacanza nella cittadina rivierasca si sarebbero ritrovati davanti, all’interno del supermercato, un bancone con in esposizione un secchio di capitoni.
I due turisti, che si sono ritrovati davanti a un secchio contenente una dozzina di capitoni, rattristiti da tale scena li hanno comprati tutti quanti e, quelli ancora vivi, li hanno liberati in mare.
L’ Enpa, che ha voluto ringraziare i due: animalisti e auspicano che “sempre più persone vogliano rinunciare a cibarsi di poveri animali maltrattati dalla cattura alla stabulazione, dall’esposizione nei negozi alla cottura in padella, in attesa di leggi di effettiva tutela e protezione che, di questi tempi e con questi politici, dovranno attendere molto tempo per essere approvate”.
“I capitoni sono femmine adulte di anguilla che, in natura, migrano in autunno verso l’oceano Atlantico per riprodursi e si spera che il tempo ancora mite ed il mare ancora caldo li aiutino nel loro viaggio; l’anguilla è in fortissima rarefazione in Italia ed inclusa nella lista rossa delle specie in pericolo dell’UICN, mentre l’Unione Europea ha dettato forti limitazioni alla sua pesca, recepite dalle regioni italiane con la consueta miopia ed attenzione solo alle richiesta dei pescatori: stagione di pesca dall’ultima domenica di febbraio alla prima di ottobre, lunghezza minima di 300 millimetri ed un massimo di 5 capi giornalieri e 40 stagionali, cioè la consueta strage di selvatici”.
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