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L’Enpa: «illegali gli abbattimenti di lupi e cani “inselvatichiti»

04/08/2011

«Riteniamo molto gravi le dichiarazioni dell’onorevole Monica Faenzi in merito alla possibilità di sparare ai cani da lei definiti” inselvatichiti o ibridi” e ai rarissimi esemplari di lupo che vivono nel nostro Paese. L’onorevole Faenzi dovrebbe infatti sapere che due leggi nazionali, la 281/91 e la 157/92 proibiscono di uccidere, rispettivamente, cani e lupi.» Questa la replica dell’Enpa all’onorevole Faenzi, secondo cui sarebbe necessario ricorrere allo strumento dell’abbattimento per “ascoltare il grido di allarme degli allevatori che altrimenti tenderebbero a continuare a farsi giustizia da soli”. «Invece di dedicare tempo a studiare nuove pratiche per abbattere cani, cinghiali e lupi – prosegue la Protezione Animali – sarebbe più opportuno, per evitare i presunti danni causati dalla fauna selvatica, concentrarsi sui controlli nonché sull’adozione di misure preventive obbligatori, quali il ricovero e la sorveglianza degli animali da allevamento spesso lasciati incustoditi o il divieto dei ripopolamenti venatori che hanno causato gravissimi squilibri ambientali» All’onorevole Faenzi ricordiamo che non esistono strumenti immediati per identificare un cane come “ibrido o inselvatichito” e che spesso sono gli stessi cacciatori e agricoltori ad alimentare il fenomeno del randagismo con l’abbandono dei loro animali. Ma è anche necessario ricordare come regioni e comuni siano colpevolmente inadempienti nei confronti della legge 281/91 sul randagismo, la quale proprio a questi enti affida la competenza in materia di controlli, sterilizzazioni e altri interventi di prevenzione. Secondo l’Enpa, l’abbattimento dei lupi – una specie particolarmente protetta dalla legge 157/92 e dalle direttive comunitarie, e inclusa come nella Lista Rossa dell’Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) – è inaccettabile. «Anziché rafforzare e valorizzare la tutela di questi splendidi animali, sempre più a rischio –conclude la Protezione Animali -,si promuove la possibilità di ucciderli in aperta violazione delle leggi vigenti e senza che ciò abbia alcun riscontro nel mondo scientifico. Tra l’altro anche i dati che dovrebbero giustificare questa scelta sono approssimativi se non addirittura inesistenti così come sono limitati i danni lamentati dagli agricoltori.»


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