L’elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclotis), una delle due specie di elefante diffuse in Africa, e’ sull’orlo dell’estinzione. Lo comunica l’International Union for Conservation of Nature (Iucn) che, nel suo ultimo aggiornamento della ‘lista rossa’ delle specie minacciate, ha etichettato l’animale come specie “in pericolo critico”. L’elefante africano della savana (Loxodonta africana) e’ invece considerato “in pericolo”, la seconda delle tre categorie nella quale vengono classificati gli animali in pericolo. In precedenza i due animali, considerati un’unica specie prima che i test del Dna ne rivelassero la natura distinta, erano classificati semplicemente come “vulnerabili”. Negli ultimi trent’anni la popolazione di elefanti africani delle foreste e’ scesa dell’86%, mentre gli elefanti africani della savana sono diminuiti del 60% negli ultimi 50 anni. Appena mezzo secolo fa, l’Africa ospitava un milione e mezzo di elefanti. L’ultimo censimento su larga scala, effettuato nel 2016, segnalava invece la presenza di appena 415 mila esemplari.
A minacciare gli elefanti non è solo il ‘poaching’, ovvero il bracconaggio legato alla tratta delle zanne, che ha toccato il picco nel 2011, ma la progressiva distruzione dell’habitat naturale per fare spazio ai terreni agricoli.
«Se non pianifichiamo in modo appropriato l’utilizzo delle terre, questi animali continueranno a essere uccisi in modo indiretto anche se fermeremo il poaching e la caccia illegale», ha spiegato Okita-Ouma. A indicare la strada giusta ci sono alcune riserve dove, grazie a un’accurata gestione, la popolazione dei pachidermi si è stabilizzata o addirittura cresciuta. E’ il caso degli elefanti delle foreste che vivono nelle aree protette del Gabon e della Repubblica del Congo o degli elefanti della savana che abitano nell’area di conservazione transfrontaliera del Kavango-Zambezi, estesa sul territorio di cinque diversi Paesi.
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