Il Parlamento slovacco ha approvato la legge che vieta l’allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce. La Slovacchia diventerà così il 13esimo Paese europeo a vietare questa forma di allevamento: il bando divieto sarà effettivo dal 1 gennaio 2021, ma gli allevamenti esistenti avranno tempo sino a fine 2025 per dismettere l’attività. In Slovacchia sono presenti un allevamento di visoni (con 5.000 animali uccisi ogni anno) e almeno altri 8 allevamenti di conigli destinati alla produzione di pellicce. In Italia la situazione è ancora più drammatica: risultano infatti ancora attivi 16 allevamenti di visoni, che ogni anno causano la morte di circa 180.000 animali.
Dopo avere documentato con investigazioni mirate le gravi condizioni di sofferenza di animali da pelliccia negli allevamenti del Paese, forte anche del sostegno di quasi 80mila cittadini che hanno firmato una petizione dedicata (la seconda più grande petizione online nella storia della Slovacchia), in 7 mesi di mobilitazione è riuscita a fare depositare una specifica proposta di legge e ad avviarne l’iter legislativo, fino all’approvazione di giorni scorsi, a larga maggioranza (107 su 150 membri del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, l’Assemblea legislativa, hanno votato a favore del divieto). «È una grande vittoria per gli animali e un segno che la società slovacca sta progredendo, e decine di migliaia di persone sono pronte a difendere gli animali. La Slovacchia ha fatto un grande passo avanti oggi e speriamo che questo sia l’inizio di un nuovo futuro più luminoso per gli animali nel nostro Paese», commenta Martin Smrek di Humánny Pokrok.
Per Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free, ora l’Italia deve seguire l’esempio. «Negli Stati Uniti, con il divieto recentemente approvato in California e in discussione in altri Stati, la vendita di pellicce sta ormai diventando una pratica illegale – spiega – in Europa sempre più Stati membri mettono al bando gli allevamenti “di pellicce”». «Quello della Slovacchia è un nuovo importante esempio da seguire per i nostri Governo e Parlamento, in linea con l’impegno di Programma della maggioranza per la tutela degli animali. Siano esaminate le proposte di legge che abbiamo presentato in ben tre distinti testi e che attendono da anni sia alla Camera che al Senato», conclude.
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