Vestito da pitone lungo 3 metri, un sostenitore della PETA giaceva oggi su un tavolo intriso di sangue in Piazza Mercanti, accanto a uno striscione che proclamava: “Le pelli di animali selvatici uccidono”.
L’iniziativa coincide con l’inizio della settimana della moda di Milano e fa parte della campagna della PETA che chiede all’organizzazione dell’evento di vietare le pelli di serpenti tormentati e di altri animali selvatici sulle sue passerelle.
La PETA protesta contro le pelli di rettile perchè dietro ogni capo o accessorio in pelle di rettile c’è un animale a cui è stata inflitta una vita di sofferenze prima di essere bastonato, fatto a pezzi o addirittura scuoiato vivo.
In natura, i pitoni si scaldano al sole, si arrampicano sugli alberi, nuotano ed esplorano vaste aree. Nell’industria della moda, i serpenti subiscono maltrattamenti di ogni genere per ammorbidire la loro pelle. All’indagine della PETA Asia è seguita una denuncia all’industria delle pelli di due allevamenti di pitoni che forniscono pelli a una conceria destinata all’alta moda.
Un numero crescente di importanti stilisti, tra cui Altuzarra, Burberry, Chanel, Diane von Furstenberg, Jean Paul Gaultier, Paco Rabanne, Victoria Beckham e Vivienne Westwood, hanno vietato l’uso di pelle di rettili e di altri animali selvatici nelle loro collezioni sostituendole con prodotti vegani ricavati da ananas, funghi, mele, cactus e altri materiali innovativi.
Tra le settimane della moda che vietano l’uso di pellicce di animali selvatici sulle passerelle ci sono la Copenhagen Fashion Week e la London Fashion Week, che ha esteso il divieto di utilizzo di pellicce anche alle pelli di animali selvatici in seguito a una campagna della PETA. La PETA chiede alla Settimana della moda di Milano di restare al passo con i tempi tenendo questa crudeltà estrema lontana dalle passerelle.
Fonte:peta.org.uk
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