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La bella storia della lupa salvata da pastore sulle colline bolognesi. Ora e' in cura in un centro di tutela

27/06/2013

Mentre gli allevatori continuano a chiedere aiuto alle istituzioni contro l’emergenza lupi, sembra una favola quanto avvenuto sulle colline bolognesi.
Una lupa allo stremo delle sue forze si e’ rifugiata nel recinto delle pecore di un agriturismo. Alla fine e’ stata salvata da quello che dovrebbe essere il nemico per eccellenza dei lupi, il pastore. La vicenda e’ stata resa nota e raccontata da GeaPress, Agenzia di stampa specializzata in animali e ambiente.
La lupa e’ stata chiamata Lilith e la sua storia di incontro con l’uomo e’ iniziata il 9 giugno, quando allo stremo delle forze si e’ rifugiata nel recinto. L’iniziale preoccupazione dei proprietari e’ ben presto divenuta consapevolezza che l’animale, zoppicante e infestato da numerosissime zecche, era in grande difficolta’ e aveva bisogno del loro aiuto, nonostante fosse un lupo. E’ stato proprio il pastore a contattare direttamente il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica-Monte Adone, richiedendo l’intervento. Dopo aver informato la Polizia Provinciale, tre operatori del Centro hanno catturato l’animale.
Durante il viaggio verso il Centro, Lilith, una giovane lupa di circa 2-3 anni, si e’ acciambellata stremata e si e’ addormentata.
Le analisi e gli esami hanno rivelato, oltre ad una importante anemia e un’alterazione di alcuni altri parametri ematici, la positivita’ ad una delle principali malattie da zecche. Le radiografie invece hanno mostrato tre recenti fratture del bacino, molto probabilmente riconducibili ad un
investimento da parte di un’auto. Dalle radiografie si e’ potuto inoltre riscontrare la presenza di un unico pallino di piombo di piccolo calibro. Questo, riferiscono dal Centro di Sasso Marconi, a raccontarci ancora un tentativo di bracconaggio.
La lupa, a distanza di due settimane dal suo soccorso, e’ sempre ricoverata al Centro di Monte Adone dove, grazie alle cure e alle terapie, sta mostrando buoni segni di ripresa. I contatti con l’uomo sono ridotti al minimo necessario per le cure. Un campione ematico e’ gia’ stato inviato al laboratorio di genetica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dove verra’ portata avanti un’indagine sul Dna che permettera’ di identificare il genotipo della lupa ed
eventualmente di individuare il branco di origine. 


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