Un gatto di un allevamento di pollame della Valsamoggia, nel Bolognese è morto dopo essere risultato positivo all’influenza aviaria. Sarebbe il primo decesso di un animale domestico accaduto in Italia. Il povero micio viveva a stretto contatto con i polli che, con ogni evidenza, sono stati infettati da volatili portatori del virus in arrivo dall’Asia attraverso la rotta migratoria russa. Per impedire la diffusione del virus sono stati abbattuti una ventina di polli, mentre il gatto è deceduto in seguito alla malattia.
Giovanni Tosi, direttore dello Zooprofilattico di Forlì ha dichiarato: Esistono virus influenzali aviari che si possono adattare ai mammiferi, uomo compreso, ma il rischio di trasmissione è molto basso, nel senso che ci vuole un contatto diretto e prolungato con animali vivi, infetti.
I gatti sono già descritti dalla letteratura scientifica come animali abbastanza predisposti a contrarre l’influenza aviaria e sono diversi i casi registrati di gatti deceduti negli Usa.
Pe questo la Food and Drug Administration degli Stati Uniti, Agenzia per gli alimenti e i medicinali con il fine di tutelare la salute dei cittadini attraverso regolamenti che controllino la messa sul mercato dei prodotti, ha annunciato di aver stabilito che è necessario che i produttori di alimenti per cani e gatti che sono coperti dalla norma FDA Food Safety Modernization Act Preventive Controls for Animal Food (PCAF) e che utilizzano materiali crudi o non pastorizzati derivati ??da pollame o bovini (ad esempio, carne cruda, latte non pastorizzato, uova crude/non pastorizzate) rianalizzino i loro piani di sicurezza alimentare per includere il virus dell’influenza aviaria altamente patogena (in particolare H5N1) come pericolo noto o ragionevolmente prevedibile. Inoltre, la FDA sta emettendo l’annuncio per garantire che i produttori di alimenti per cani e gatti siano a conoscenza delle informazioni sul nuovo pericolo H5N1 associato ai loro prodotti per animali domestici, il che è un motivo aggiuntivo per cui i produttori devono condurre una rianalisi dei loro piani di sicurezza alimentare.
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