A dare il titolo al libro “In politica se vuoi un amico comprati un cane” di Carola Vai, che sarà in libreria da metà novembre, è una famosa frase con la quale il presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, con crudo disincanto, denunciava la poca affidabilità dei politici rispetto alla lealtà e all’affetto disinteressato e senza limiti dei cani. Niente di più attuale in un periodo in cui sulla nostra scena politica si alternano responsabili, irresponsabili, transfughi e traditori misti.
Dalle pagine del libro fanno capolino il gatto persiano di Silvio Berlusconi, la labrador di Massimo D’Alema Lulù che ha gratificato il leader di bellissimi cuccioli, fino alla poco padana tigre di Roberto Calderoli senza trascurare i cani che hanno vissuto accanto a John Kennedy e Bill Clinton.
La lettura del libro è l’occasione per entrare nella vita di personaggi politici italiani e stranieri, del passato e del presente, che hanno vissuto o vivono con uno o più cani.
Carola Vai ci fa conoscere protagonisti realmente incontrati e intervistati, altri studiati attraverso archivi, biblioteche, raccolte di articoli di giornali. Un lavoro fatto di pensieri e dichiarazioni emersi durante interviste, lavoro giornalistico, ricerche e letture. Un susseguirsi di battute e convinzioni che testimoniano ruoli e valore degli animali, soprattutto cani e gatti, nella vita di personaggi del mondo della politica di tutti i continenti.
Tra un protagonista e l’altro della scena politica anche qualche nota storica per farci scoprire che se a Roma è stato creato il primo cimitero per gli animali domestici d’Italia, dove almeno tre presidenti della Repubblica hanno sepolto i loro amici a quattro zampe, è Torino adesso la città italiana considerata più “a misura degli animali” come lo fu, quando capitale d’Italia, centocinquantanni fa vide nascere la “Regia società torinese protettrice degli animali” l’attuale Enpa, e ancora oggi si distingue nell’attenzione al benessere degli animali grazie ad un regolamento comunale composto da quarantacinque articoli che spaziano dalla difesa del cane a quella degli animali impiegati nei circhi.
“In politica se vuoi un amico comprati un cane” attraverso fatti reali, indiscrezioni, curiosità di come i politici si rapportino ai loro animali, Carola Vai fa emergere le differenze tra i vari potenti della terra.
All’estero spesso i politici al comando dei vari governi non disdegnano l’utilizzo degli animali domestici per affascinare o comunicare con le popolazioni e persino con i governanti degli altri Paesi. Ne è stato un esempio Churchill che del suo bulldog Barley Mow (i due, tra l’altro, si assomigliavano) fece l’incarnazione della forza e decisione britannica durante e dopo la seconda guerra mondiale, simbolo della resistenza britannica al nazismo. Atteggiamento diverso invece in Italia dove la classe politica presta attenzione ai quattro zampe, li considera al pari di componenti della famiglia, ma per i vari motivi li sfoggia poco. Nel libro si tenta di cogliere le ragioni di tali diversità. Il volume, unico nel suo genere, osserva una divisione generale in due blocchi: Italia ed estero. Al loro interno è stato applicato un ordine temporale per le figure del passato e alfabetico per quanto riguarda l’attualità. Unica eccezione è quella riguardante il Pontefice che occupa un capitolo a parte.
Categorie: Animali e Cultura
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