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Il 2011 degli animali. Bene Catalogna e Germania, Italia rimandata, bocciati Canada, Giappone e i Paesi dell’Est

23/12/2011

Per gli animali il 2011 è stato un anno con luci e ombre. Si parte con i Paesi dell’Est – Serbia, Ucraina e Romania soprattutto – diventati tristemente famosi per lo sterminio dei randagi. Se la Romania si è “distinta” per una legge, ormai in dirittura d’arrivo, che autorizzerà massacri indiscriminati, l’Ucraina non è stata da meno con la sua deliberata politica di soppressione dei “trovatelli” perseguita con l’obiettivo di “ripulire” l’immagine delle proprie città in vista dei campionati europei di calcio del 2012. Per la verità il ministro dell’Ambiente ucraino si è impegnato a fermare la strage ma si tratta di una promessa che deve essere attentamente verificata. Nessun evento “di richiamo” internazionale per la Serbia ma, ciononostante, il Paese balcanico non ha voluto “sfigurare” di fronte agli altri due, allineandosi alla loro politica di sterminio. Bocciato anche il Giappone, responsabile di non aver fermato né la
mattanza dei delfini nella baia di Taiji né la caccia alle balene. Tra l’altro, secondo quanto denunciato nei giorni scorsi, pare che il governo nipponico abbia utilizzato una parte dei fondi stanziati per il disastro di Fukushima proprio per finanziare l’attività delle sue baleniere. Non vanno meglio le cose per il Canada, finito sotto accusa prima per il massacro di cento Husky uccisi a coltellate e sepolti in una fossa comune, poi per il massacro di numerosi esemplari del branco di renne più grande del mondo, passato da 800mila a 74mila animali. Pollice verso per la Spagna tristemente nota per i suoi canili – le perreras dove gli animali vengono uccisi dopo soli pochi giorni di permanenza – e per la corrida. Stessa sorte per la Cina, dove la legislazione per la tutela degli animali continua ad essere molto carente, anche se negli ultimi tempi sono stati fatti alcuni passi avanti, come nel caso della revoca del divieto che bandiva i pet nella regione del Guandong. Tra l’altro, proprio in Cina si registra una crescente attenzione dell’opinione pubblica cinese per gli animali. Esami di riparazione, invece, per il Regno Unito che aveva annunciato uno stop all’uso degli animali selvatici nei circhi, salvo poi ventilare un ripensamento. Promozione a pieni voti per la Catalogna, che, a differenza di altre regioni spagnole, ha saputo non soltanto mettere al bando la tauromachia ma, soprattutto, resistere alle pressioni che chiedevano un dietrofront. Sufficienza piena per la Germania dove la Camera Alta del Parlamento ha dato via libera a un progetto di legge contro lo sfruttamento degli animali selvatici sotto i tendoni, che per diventare legge deve essere approvato anche dall’altro ramo. Passi avanti anche a Malta dove il governo ha confermato il divieto alle visite degli studenti nei circhi. Ma per meritarsi la sufficienza La Valletta dovrà invertire la rotta rispetto alla propria politica venatoria. E l’Italia? Secondo la Protezione Animali il nostro Paese se non una bocciatura piena merita comunque gli “esami di riparazione”. «A fronte di tanti passi avanti compiuti negli anni passati che testimoniano una crescente attenzione e sensibilità degli italiani nei confronti degli animali, non si può dimenticare il ventilato progetto di istituire una tassa sui pet, che, ci auguriamo non verrà mai attuato – spiega Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, -. Né si possono dimenticare le polemiche sul redditometro e sugli animali considerati alla stregua di beni di lusso. E neanche quelle sull’Iva sulle prestazioni veterinarie e sul pet food, che, invece di diminuire in un contesto di particolare difficoltà per le famiglie italiane, è aumentata di un punto e rischia di aumentare ancora nel corso del 2012. Inoltre, poco o nulla è stato fatto per chiudere con la brutta esperienza di circhi e zoo.» «Il mio auspicio – conclude Rocchi – è che nel 2012 le istituzioni sapranno dimostrare maggior coraggio e determinazione sul versante della tutela degli animali, seguendo così l’esempio dei Paesi più virtuosi.» 

Fonte: www.enpa.it


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