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Giustizia per un gattino lasciato morire dopo ore d'agonia a Borgo San Lorenzo (Fi)

01/06/2015

8 ore di agonia: tanto lunga è stata la tortura del gattino randagio probabilmente avvelenato, trovato dalla signora Greta nel giardino della sua casa di Borgo San Lorenzo: davanti ai suoi occhi, mentre cercava invano l’aiuto delle autorità, una vita che si stava spezzando senza che gli enti che tanto paghiamo intervenissero ad aiutarlo o almeno a placare le sue sofferenze.
 Mossa da compassione per il piccolo senza casa, la signora Greta ha prima chiamato il servizio di veterinaria della Asl che però le ha comunicato che può intervenire solo ed esclusivamente in caso di morte dell’animale o di investimento. Allora si è rivolta ai Vigili Urbani, i quali si sono limitati a segnalare la cosa alla Asl, la cui risposta in merito non era cambiata. Come ultima spiaggia, la signora ha chiamatouno studio veterinario mugellano per sentirsi dire che, per far sopprimere il gatto, avrebbe dovuto dichiarare che si trattava del proprio animale.
 Quest’agonia è finita dopo 8 ore quando, stremato, il gatto randagio che nessuno ha voluto salvare ha esalato l’ultimo respiro. Solo a quel punto, è arrivata la Asl per recuperare il cadavere.
 Pessima gestione, leggi assurde, gente senza cuore: non sappiamo quale sia la causa di questa tragedia, ma di certo sappiamo che non possiamo permettere che accada nuovamente una vergogna di questo genere. Chiediamo che la Asl si prenda la sua responsabilità in merito, così come i vigili urbani, il Comune di Borgo San Lorenzo e la clinica veterinaria: se la Legge è questa, beh, è tempo di cambiarla. (okmugello.it)


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