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Giornata mondiale dell'orso polare: il 're dell'Artico' è in pericolo

28/02/2023

L’orso polare è tra i più grandi carnivori terrestri del pianeta, ma il suo nome scientifico ‘Ursus maritimus’ ci ricorda anche che trascorre la maggior parte della vita dentro e nei pressi dell’acqua. Il grande predatore dell’Artico è oggi in serio pericolo. Stime precise sono difficili da ottenere poiché questa specie vive, a densità molto basse, in regioni impervie e disabitate. Gli ultimi dati comunque dicono che tra i 20-21mila e i 30-31mila, divisi in 19 sottopopolazioni, vivono nelle regioni artiche. Ma i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la vita di questo animale simbolo dell’Artico. Non passa anno che si registri il nuovo record della temperatura più calda e del massimo ritiro dei ghiacciai. Con riflessi immediati sulla vita dell’Ursus maritimus, cambiandone le abitudini e perfino l’aspetto fisiologico.Giornata mondiale dell'orso polare, i pericoli che questa specie a rischio  deve affrontare - La Nuova Ecologia
Con la diminuzione della banchisa gli orsi faticano infatti a trovare cibo, perché pur essendo ottimi nuotatori devono a quel punto affrontare spostamenti sempre più lunghi e più frequenti in mare aperto. Le regioni artiche sono inoltre sempre più spesso interessate da attività industriali che mettono a serio rischio l’ambiente dell’orso polare e delle altre specie artiche. Salvare l’ecosistema dell’Artico si sta rivelando una delle sfide più difficili e impegnative da affrontare.
I problemi del clima sono nel Programma di conservazione del Wwf sin dall’inizio degli anni ’90 con le campagne per le regioni artiche, le battaglie per l’uso dell’energia rinnovabile e la partecipazione ai dibattiti e alle decisioni a livello internazionale. Oggi gli obiettivi di riduzione del consumo di combustibili fossili e la mitigazione del surriscaldamento del pianeta Terra – Gaia, il suo antico nome – sono finalmente nelle agende di quasi tutti i Paesi del mondo, così come delle grandi organizzazioni internazionali. Possiamo essere soddisfatti?, si chiede il Wwf. “Sicuramente sì, ma non basta. Il tempo stringe. Occorre continuare a lavorare da una parte per la tutela delle specie e degli habitat minacciati e dall’altra per bloccare le cause che sono alla radice del problema”, è il messaggio lanciato ieri in occasione della  Giornata mondiale dell’orso polare.
Fonte AGI


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